Vera o fasulla, mito o finzione, leggenda o realtà: questa è la sua casa.
Poco importa che Giulietta vi abbia ivi dimorato, quello che a noi interessa è che essa è il simbolo dell'amore.
Dell'amore con la A maiuscola, appassionato, sofferto, ostacolato, travolgente, contrastato, impossibile, che (va a sapere perché) deve finire, da che mondo è mondo, in tragedia.
Milioni di amanti di tutto il pianeta hanno raggiunto Verona per alzare il mento verso il balconcino che tanto ha fatto sospirare i lettori del capolavoro shakespeariano e toccato il seno della statua di Giuly; io non potevo essere da meno.
Anzi, sono entrato nel palazzo per una breve visita e ho mandato addirittura una email a Giulietta, affinché vegli per me da lassù, sappia che la capisco e comprendo benissimo il suo gesto estremo e disperato.
Insomma: Giulietta una di noi!
It was the nightingale, and not the lark,
That pierc'd the fearful hollow of thine ear;
Nightly she sings on yond pomegranate tree.
Believe me love, it was the nightingale.
Romeo « Era l'allodola, la messaggera del mattino, non l'usignolo... »
(Canto dell'usignolo)
O mia Giulietta,
ROMEO: Ohimè! le ore tristi sembrano eterne. Era mio padre quello che se n'è andato di qua cosi in fretta?
BENVOLIO: Sì, era lui. Quale afflizione fa così lunghe le ore di Romeo?
ROMEO: Non aver quello il cui possesso le renderebbe brevi.
BENVOLIO: Sei innamorato?
ROMEO: Non sono...
BENVOLIO: Non sei innamorato?
ROMEO: Non sono nelle grazie di colei che amo.
BENVOLIO: Ohimè, perché amore, il quale ha un aspetto così gentile, deve essere, alla prova, così tiranno e villano!
ROMEO: Ohimè, perché amore, il quale è sempre bendato, deve vedere, senza gli occhi, i sentieri che menano al suo desiderio!
Poco importa che Giulietta vi abbia ivi dimorato, quello che a noi interessa è che essa è il simbolo dell'amore.
Dell'amore con la A maiuscola, appassionato, sofferto, ostacolato, travolgente, contrastato, impossibile, che (va a sapere perché) deve finire, da che mondo è mondo, in tragedia.
Milioni di amanti di tutto il pianeta hanno raggiunto Verona per alzare il mento verso il balconcino che tanto ha fatto sospirare i lettori del capolavoro shakespeariano e toccato il seno della statua di Giuly; io non potevo essere da meno.
Anzi, sono entrato nel palazzo per una breve visita e ho mandato addirittura una email a Giulietta, affinché vegli per me da lassù, sappia che la capisco e comprendo benissimo il suo gesto estremo e disperato.
Insomma: Giulietta una di noi!
E questa che cos’è?... Tra le sue dita
stringe una fiala il mio fedele amore?
Veleno!... È stato questo la sua fine.
Cattivo! L’hai bevuto fino in fondo,
senza lasciarmene una goccia amica
che m’avrebbe aiutato!...
Bacerò le tue labbra: c’è rimasto
forse un po’ di veleno, a darmi morte
come per un balsamico ristoro.
(Lo bacia)
Come son calde ancora le tue labbra!
O fidato speziale!... Le tue droghe
sono davvero rapide d’effetto...
Così, in un bacio, io muoio...
Pugnale benedetto!... Ecco il tuo fodero...
(Si colpisce al petto)
qui dentro arrugginisci,
e dammi morte!
GIULIETTA -
La mia voglia di dare è come il mare,
sconfinata, e profondo come il mare
è l’amor mio: più ne concedo a te,
più ne possiedo io stessa,
perché infiniti sono l’una e l’altro.
|
O gentile Romeo,
se m’ami, dimmelo con lealtà;
se credi ch’io mi sia lasciata vincere
troppo presto, farò lo sguardo truce
e, incattivita, ti respingerò,
perché tu sia costretto a supplicarmi...
|
It was the nightingale, and not the lark,
That pierc'd the fearful hollow of thine ear;
Nightly she sings on yond pomegranate tree.
Believe me love, it was the nightingale.
Giulietta: Te ne vuoi già andare? Non è ancora giorno:
era il canto di un usignolo e non di una allodola
che ti ferisce il trepido orecchio.
Di notte l'usignolo canta su quel melograno;
credi a me, amore, era l'usignolo.
era il canto di un usignolo e non di una allodola
che ti ferisce il trepido orecchio.
Di notte l'usignolo canta su quel melograno;
credi a me, amore, era l'usignolo.
Romeo « Era l'allodola, la messaggera del mattino, non l'usignolo... »
(Canto dell'usignolo)
Occhi, miratela un’ultima volta!
Braccia, carpitele l’estremo amplesso!
E voi, mie labbra, porte del respiro,
suggellate con un pudico bacio
un contratto d’acquisto senza termine
con l’eterna grossista ch’è la Morte!
Vieni, amarissima mia scorta, vieni,
mia disgustosa guida. O mia Giulietta,
perché sei ancora tanto bella, cara?
GIULIETTA - E così te ne vai, amore mio,
mio signore, mio sposo, mio amico,
mio tutto!
MONNA CAPULETI -
Il duolo è segno di profondo affetto
se contenuto; ma quando è eccessivo,
mostra piuttosto poca forza d’animo.
ROMEO: Ohimè! le ore tristi sembrano eterne. Era mio padre quello che se n'è andato di qua cosi in fretta?
BENVOLIO: Sì, era lui. Quale afflizione fa così lunghe le ore di Romeo?
ROMEO: Non aver quello il cui possesso le renderebbe brevi.
BENVOLIO: Sei innamorato?
ROMEO: Non sono...
BENVOLIO: Non sei innamorato?
ROMEO: Non sono nelle grazie di colei che amo.
BENVOLIO: Ohimè, perché amore, il quale ha un aspetto così gentile, deve essere, alla prova, così tiranno e villano!
ROMEO: Ohimè, perché amore, il quale è sempre bendato, deve vedere, senza gli occhi, i sentieri che menano al suo desiderio!
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