Spesse volte succede che le persone pensano di bere ed invece stanno mangiando. Questo è quello che succede quando per dissetarsi ci si basa su bevande a base di cola, aranciate varie, te e succhi di frutta. Se avete sete bevete acqua, nessuno si merita di ingrassare o di prendere il diabete solo per dissetarsi. Bevete acqua, in abbondanza, questo liquido meraviglioso è il nostro principale costituente e non nuoce mai alla salute.
Molti di coloro che si rivolgono a me per dimagrire non mangiano troppo, trovano solo delle calorie futili in bevande che sono totalmente inutili. Prendiamo l'esempio della Coca-Cola, 100 ml di Coca-Cola apportano 42 Kcal e contengono 10,6 g di zuccheri, 0 di grassi. Ma per gli amanti della soluzione più sopravvalutata del secolo che ci vuole a bere 1 l di Coca-Cola al giorno? Qualcuno ne beve anche di più... ma se volete un consiglio non bevete bevande che non siano acqua. Un litro di Coca-Cola apporta 420 Kcal con i suoi 106 g di zuccheri; un litro di Coca-Cola è un pasto, un pasto inconsapevole, un pasto triste, un pasto innaturale, un pasto vuoto (privo di minerali, vitamine, proteine, grassi salubri etc...) ma può essere considerato a tutti gli effetti un pasto.
Forse non sarà lo spauracchio nutrizionale a convincervi di non bere più bevande in lattina, ma almeno fatelo per salvaguardare il pianeta. Vi siete mai chiesti che cosa stia dietro ad una semplice lattina di Cola? Riporto un analisi, tratta dal meraviglioso libro "Capitalismo Naturale" di P. Hawken A. Lovins e L.H. Lovins, sull'impatto ambientale che una semplice lattina di cola inglese ha sul nostro pianeta:
"La fabbricazione della lattina è ben più costosa e complicata di quella della bevanda che contiene: la bauxite viene estratta in Australia, poi trasportata a uno stabilimento chimico dove un procedimento che dura circa mezz'ora riduce una tonnellata di bauxite in mezza tonnellata di ossido di alluminio. Quando è stata accumulata una quantità sufficiente del composto, essa viene caricata su un enorme container adibito al trasporto di minerali e spedita in Svezia o in Norvegia, dove le centrali idroelettriche forniscono energia a basso costo. Dopo aver viaggiato per un mese attraverso due oceani, il materiale solitamente resta per un paio di mesi in una fonderia. Qui, con un procedimento di due ore per ogni mezza tonnellata di ossido di alluminio, viene trasformata in un quarto di tonnellata di alluminio, in blocchi di dieci metri di lunghezza. Dopo circa due settimane questi vengono trasportati agli stabilimenti di laminazione in Svezia o in Germania. Ogni blocco viene riscaldato a quasi 500 gradi centigradi e compresso fino a raggiungere uno spessore di tre millimetri. Le lamine vengono arrotolate in rulli di dieci tonnellate ciascuno e inviate a un deposito e successivamente a uno stabilimento di laminazione a freddo, nello stesso paese o all'estero, dove vengono ulteriormente compresse fino a uno spessore di dieci volte inferiore, e sono finalmente pronte per la fabbricazione. L'alluminio approda a questo punto in Inghilterra, dove le lamine vengono tagliate e modellate in forme di lattine, che a loro volta vengono lavate, asciugate, trattate con una colorazione di fondo alla quale poi si sovrappone la serigrafia. I passaggi successivi sono la laccatura, la bordatura (a questo punto le lattine sono ancora prive della loro superficie superiore), il trattamento dell'interno con un rivestimento protettivo che impedisca al liquido di corrodere il metallo e il controllo.
Le lattine vengono sistemate su pallet, quindi trasportate da un carrello elevatore e immagazzinate; poi partono per lo stabilimento di imbottigliamento, dove vengono nuovamente lavate e riempite con la bevanda fatta di acqua, sciroppo aromatizzato, fosfato, caffeina e anidride carbonica. Lo zucchero proviene dalle coltivazioni di barbabietola della Francia, ed è anch'esso sottoposto a trasferimenti e a varie fasi di lavorazione. Il fosforo viene dall'Idaho, dove si estrae da profondi pozzi aperti, con un procedimento che porta in superficie anche cadmio e torio radioattivo. In una giornata, la compagnia mineraria consuma la stessa quantità di elettricità di una città di 100.000 abitanti, per portare il fosfato al livello qualitativo adatto agli usi alimentari. La caffeina viene trasferita dallo stabilimento chimico di fabbricazione agli stabilimenti inglesi che producono lo sciroppo. Le lattine piene vengono sigillate con lamine di alluminio al ritmo di 1.500 al minuto, confezionate in cartoni stampati con gli stessi colori e decorazioni. Il cartone dei contenitori è fatto con polpa di legno fornita dagli alberi di un bosco svedese o siberiano, o delle foreste vergini della Columbia Britannica, abitate da orsi, lontre e aquile. Dopo essere state risistemate sui pallet, le lattine partono verso i distributori locali e dopo breve tempo verso i supermercati dove solitamente una lattina viene acquistata nel giro di tre giorni. Il consumatore compera i suoi 33 centilitri di acqua zuccherata, colorata con il fosfato, infusa con la caffeina e aromatizzata con il caramello.
Berla richiede pochi minuti, gettar via la lattina giusto un secondo. In Inghilterra i consumatori buttano l'84% delle lattine, il che significa che il tasso di eliminazione dell'alluminio calcolati gli scarti di produzione è dell'88%.
Gli Stati Uniti ricavano tuttora tre quinti dell'alluminio dai giacimenti di materia prima, con consumi energetici venti volte superiori a quelli necessari per il riciclo, e gettano via un quantitativo di alluminio che sarebbe sufficiente a rimpiazzare ogni tre mesi l'intera flotta aerea civile."
Leggendo il libro "Moltitudine Inarrestabile" di P. Hawken mi si è acceso anche un campanello di allarme sulla qualità degli ingredienti utilizzati, infatti si legge:
"nel 2003, il Center for Science Environment (CSE), un istituto non profit di Nuova Delhi, pubblicò le analisi di alcune bevande analcoliche popolari (fra cui Coca Cola e Pepsi), dimostrando che esse contenevano livelli di pesticidi, fra cui DDT, lindano e malation, da 11 a 70 volte superiori rispetto a quelli fissati dagli standard UE per l'acqua potabile". Siamo certi della sicurezza alimentare di tutte le materie prime utilizzate per le varie bevande?
Vi ricordo inoltre gli ingredienti della Coca-Cola: acqua, zucchero, anidride carbonica, colorante E 150d, acidificante acido fosforico, aromi naturali, caffeina. Tutto sembra tranne una innocua bevanda.
Io uso la Coca-Cola (senza berla), solo quando ho le placche alla gola, con qualche gargarismo uccido gran parte dei batteri che hanno provocando l'infezione. Per me la Coca Cola non è una bevanda ma un farmaco da usare con cautela evitandone l'ingestione.
www.albertofatticcioni.com
Questo argomento lo avevo sentito durante lo Tsunamitour:
"La coca cola che bevete - spiegava Grillo - si fa con l’alluminio, l’alluminio con la bauxite. Dalla Svezia va in Inghilterra, e poi c’è la coca e il fosforo alimentare che arriva da un unico posto al mondo, in Idaho negli Usa, e questa coca viaggia sei mesi in nave, due in camion per arrivare al supermercato, dove sta due giorni, la bevi e la butti via. Questo è il nostro sistema: quella coca, se il mercato raccontasse la verità, dovrebbe costare 100 euro. Dobbiamo pensare a un’economia diversa. Dobbiamo avere meno lavoro, ma per tutti. Se guardate il Pil, un terzo del nostro Pil è fatto con un lavoro malfatto, tutte cose che crollano. E un altro terzo rifà le cose che crollano. Dobbiamo allora tassare queste cose, toglierle dal lavoro e metterle a chi spreca lavoro e energia. Il futuro è leggero”.
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