A posta cieca
di Massimo Gramellini
Gianpaolo è un grande brav’uomo con due figli, una moglie, un
mutuo, una passione sconsiderata per il Toro. Da oltre vent’anni si alza
alle cinque del mattino per andare a lavorare a «La Stampa». Uno dei
suoi compiti è lo smistamento della posta. Ieri, arrivando al giornale,
l’ho trovato nell’atrio con una pila di buste in grembo. Avevo lasciato a
casa il badge e Gianpaolo si è offerto di aprirmi la porta della
redazione con il suo, ma per farlo ha dovuto spostare la piramide di
pacchetti su una mano sola. Operazione non facile, che ha eseguito con
perizia da habitué, mentre mi intratteneva su temi delicatissimi come il
contratto in scadenza del capitano granata. Quando ha finalmente
appoggiato le buste, una in particolare ha attirato la sua attenzione.
Era senza mittente, con i francobolli privi di timbro e i bordi
parzialmente scollati. Rivelando un discreto sesto senso e un coraggio
temerario, Gianpaolo ha preso una penna e ha aperto la busta un pezzetto
alla volta. Conteneva un disco a cui erano appesi dei fili. Il resto è
stato affare degli artificieri. Il disco non è scoppiato per puro
miracolo: custodiva 48 grammi di polvere pirica, quanti ne sarebbero
bastati per fargli perdere un occhio o una mano.
Viviamo tempi di rancori accumulati e poi sparati alla cieca verso obiettivi indefiniti o simbolici. Perciò vorrei chiarire una cosa che sembrerebbe ovvia, ma evidentemente non lo è: se il pacco bomba fosse esploso, non avrebbe colpito il Sistema o la Casta. Avrebbe colpito Gianpaolo, un grande brav’uomo con due figli, una moglie e un mutuo, che da oltre vent’anni si alza alle cinque del mattino per andare a lavorare.
da "La Stampa"
Viviamo tempi di rancori accumulati e poi sparati alla cieca verso obiettivi indefiniti o simbolici. Perciò vorrei chiarire una cosa che sembrerebbe ovvia, ma evidentemente non lo è: se il pacco bomba fosse esploso, non avrebbe colpito il Sistema o la Casta. Avrebbe colpito Gianpaolo, un grande brav’uomo con due figli, una moglie e un mutuo, che da oltre vent’anni si alza alle cinque del mattino per andare a lavorare.
da "La Stampa"
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