Dopo il diploma, la tappa più importante della vita è cercare e trovare un lavoro. All'inizio è dura e non è il caso di fare lo schizzinoso più di tanto. Si accetta quello che c'è. Non ci si può permettere di selezionare la professione a seconda dei turni e delle ore lavorative, della fatica e dei giorni di riposo, di simpatie/antipatie nei confronti di colleghi e datori di lavoro, addirittura, a volte, dello stipendio. All'inizio soprattutto, non si ha molta scelta: è necessario accettare quel che passa il convento. In seguito, poi, se arriveranno ulteriori proposte e se si offrirà al mercato la propria professionalità (ciò significa: elevate capacità tecniche, ma innanzitutto una profonda conoscenza a 360° gradi) si può anche pensare di migliorare ed ambire a posti di prestigio o di comando.
Nel turismo le opportunità non mancano, tanto più che è un settore mai in crisi e sempre in netta crescita. In Italia è considerato "terziario" e, chissà perché, non degno della giusta considerazione, essendo esso una fonte di notevoli introiti economici, importantissima per l'Italia e il suo bilancio finanziario.
Non si può escludere di poter lavorare anche in case private di aristocratici, personaggi famosi o in wellness clubs. Possono essere delle soluzioni, dal punto di vista monetario, particolarmente interessanti. Non bisogna scartare niente. Tutto ci deve interessare ed incuriosire, senza avere ottuse e stupide chiusure mentali, antiche e fuori moda.
Stasera mentre guardavo "Top Chef" su Realtime mi sono fatto tante domande. In gran parte di autocritica.
Mi sono chiesto: "Cosa faccio per stimolare i miei studenti alla ricerca continua, alla sperimentazione di nuove tecniche, alla curiosità verso i cambiamenti, peraltro rapidissimi, nel campo della ristorazione?". Poco?
Sicuramente non abbastanza.
Ma torniamo alla trasmissione di stasera. Ad un certo punto della puntata, agli chefs in gara è stato chiesto di preparare 5 portate per un banchetto organizzato dall'attrice/cantante statunitense Zooey Deschanel e altri 19 invitati, tenendo conto che oltre ad essere vegana la musicista è anche celiaca e intollerante alla soia. Un duro colpo per i cuochi che si sono inventati, grazie alla loro professionalità, un menù di sana pianta che tenesse conto di questi aspetti. Quanti tra i miei alunni saprebbero cavarsela? Si può avere la presunzione di credere di poter fare a meno di talune conoscenze?
La lista di vegani è lunga; tanto per fare due nomi: Bill Clinton e sua moglie Hilary: dovrei evitare di lavorare alla Casa Bianca "solo" perché la mia ignoranza in materia, o noncuranza, verso un diverso modo di concepire l'alimentazione, me lo impedisce? Ci sono ristoranti all'interno di centri-benessere in cui si viene assunti solo se si possiedono, chiaramente, le giuste competenze.
Posso far progredire la mia mente verso cucine alternative, oppure mi trastullo baldanzosamente nelle mie convinzioni vetuste e arrugginite? Rimango disoccupato o non miglioro la carriera? I miei pregiudizi servono solamente a mascherare un'inutile ottusità e a deridere, sdrammatizzando e, in tal modo, esorcizzando, chi non la pensa come me? Si ha paura sempre e solo di chi non si conosce, di quello che è a noi oscuro. E' ora di aprire gli occhi, e la mente. E' inevitabile, non ci si può esimere dal farlo. Ecco perché uscire dalla propria ignoranza è l'unico canale per una buona riuscita nella vita.
Ovviamente il discorso è valido anche per gli altri ambiti alberghieri, la sala, il bar, la sommellerie e il ricevimento.
Nel turismo le opportunità non mancano, tanto più che è un settore mai in crisi e sempre in netta crescita. In Italia è considerato "terziario" e, chissà perché, non degno della giusta considerazione, essendo esso una fonte di notevoli introiti economici, importantissima per l'Italia e il suo bilancio finanziario.
Non si può escludere di poter lavorare anche in case private di aristocratici, personaggi famosi o in wellness clubs. Possono essere delle soluzioni, dal punto di vista monetario, particolarmente interessanti. Non bisogna scartare niente. Tutto ci deve interessare ed incuriosire, senza avere ottuse e stupide chiusure mentali, antiche e fuori moda.
Stasera mentre guardavo "Top Chef" su Realtime mi sono fatto tante domande. In gran parte di autocritica.
Mi sono chiesto: "Cosa faccio per stimolare i miei studenti alla ricerca continua, alla sperimentazione di nuove tecniche, alla curiosità verso i cambiamenti, peraltro rapidissimi, nel campo della ristorazione?". Poco?
Sicuramente non abbastanza.
Ma torniamo alla trasmissione di stasera. Ad un certo punto della puntata, agli chefs in gara è stato chiesto di preparare 5 portate per un banchetto organizzato dall'attrice/cantante statunitense Zooey Deschanel e altri 19 invitati, tenendo conto che oltre ad essere vegana la musicista è anche celiaca e intollerante alla soia. Un duro colpo per i cuochi che si sono inventati, grazie alla loro professionalità, un menù di sana pianta che tenesse conto di questi aspetti. Quanti tra i miei alunni saprebbero cavarsela? Si può avere la presunzione di credere di poter fare a meno di talune conoscenze?
La lista di vegani è lunga; tanto per fare due nomi: Bill Clinton e sua moglie Hilary: dovrei evitare di lavorare alla Casa Bianca "solo" perché la mia ignoranza in materia, o noncuranza, verso un diverso modo di concepire l'alimentazione, me lo impedisce? Ci sono ristoranti all'interno di centri-benessere in cui si viene assunti solo se si possiedono, chiaramente, le giuste competenze.
Posso far progredire la mia mente verso cucine alternative, oppure mi trastullo baldanzosamente nelle mie convinzioni vetuste e arrugginite? Rimango disoccupato o non miglioro la carriera? I miei pregiudizi servono solamente a mascherare un'inutile ottusità e a deridere, sdrammatizzando e, in tal modo, esorcizzando, chi non la pensa come me? Si ha paura sempre e solo di chi non si conosce, di quello che è a noi oscuro. E' ora di aprire gli occhi, e la mente. E' inevitabile, non ci si può esimere dal farlo. Ecco perché uscire dalla propria ignoranza è l'unico canale per una buona riuscita nella vita.
Ovviamente il discorso è valido anche per gli altri ambiti alberghieri, la sala, il bar, la sommellerie e il ricevimento.
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