L'altro giorno mi è arrivata una email dalla newsletter della "Zona", in cui il dottor Perucci, nel forum della stessa, ha buttato giù un paio di considerazioni che mi hanno allarmato. Esse riguardavano il fatto che, secondo lui, bisognerebbe aggiornare il famoso regime alimentare messo in atto dal dott. Barry Sears a metà anni '90, svecchiandolo, con alcuni accogimenti che nascerebbero da studi recenti, proprio del medico italiano.
Ho riflettuto ricordando a me stesso che oltre al suo inventore, in Italia, l'unica autorizzata a parlare della dieta a Zona è la prof.ssa Gigliola Braga. Quindi, per me, le teorie del dottor Perucci non avevano, e non hanno, molto valore. Stranamente la curiosità nel leggere questo aggiornamento è scaturita soprattutto dai commenti positivi che ha ricevuto nel forum, nemmeno uno lo criticava. Strano.
Nessuno più di me può sapere, avendo perso 34 chili in un anno con il metodo perfetto di Sears, cosa sia bene fare e cosa non fare, quale comportamento alimentare scegliere e quale scartare. E soprattutto, chi meglio di me, può comprendere quanto sia importante la riuscita stessa della dieta? Dunque: perché cambiarla?
Un anno fa ero una palla di lardo di 110 chili; penso di non aver mai raggiunto nella mia vita (40 anni) un tal peso che ha rappresentato il picco massimo, il fondo del pozzo difficile da risalire. L'aumento esponenziale e inarrestabile di peso è avvenuto, seppur lentamente all'inizio, e bruscamente negli ultimi 4-5 anni, diciamo verso i 36 anni in poi; il mio peso forma prima di allora era intorno agli 80. Dunque ho raggiunto gli 85. E visto che sono alto 1,80, non si notavano neppure molto. Superata la soglia dei 90 già qualche campanellino d'allarme si faceva sentire. Mi iscrissi in palestra all'epoca. Volevo limitare i danni. Invano. Demoralizzato continuai a mangiare senza quasi accorgermene, senza quasi sentirmi in colpa per i danni che mi infliggevo. L'ultimo stadio è stato del tipo: "Visto che non riesco a dimagrire continuo a mangiare, peggio di così non si può diventare". Invece ci riuscii. Toccai i 110. Un numero imbarazzante, impressionante, impensabile. Portavo la 54 di jeans! Allucinante.
Diciamo che mi nutrivo prevalentemente di carboidrati. In maniera sregolata, non pensandoci, facendolo e basta. Come un tossico. Volevo solo pane, pasta, pizza e qualche croissants tanto per gradire. Questi i miei preferiti, ma di certo non disdegnavo il junk food, la maionese in dosi massicce nel panino al prosciutto, la panna, i formaggi grassi. Mangiavo tutto quello che mi capitava a tiro, senza criterio, facendo aumentare a dismisura la necessità stessa di mangiare di nuovo. Avevo sempre fame e sempre più bisogno di glucidi. A cena mangiavo piatti colmi di pasta, fino a quando non cadevo in uno stato catatonico sul divano a guardare la televesione, in coma glicemico. Fino a quando nell'estate 2010, prima di partire per la Spagna non comprai, all'aeroporto, "Magri per sempre" di Barry Sears. Una manna dal cielo per chi, come me, non ha mai creduto nei dietologi e, soprattutto, non si è voluto sottoporre alle loro cure.
Ora tutto questo non esiste più.
Il dimagrimento è stato lento, progressivo, difficoltoso, ma efficace. Non una smagliatura, non un segno mi è rimasto a ricordare l'abnorme pancia. L'effetto è stato come quello di una matriosca. Come se fossi uscito dal mio contenitore, dal mio sarcofago, come una mongolfiera quando si spegne il fuoco che l'alimenta e la gonfia. Il merito è tutto della Dieta a Zona. Ora, questo dottor Perucci ci/mi dice che bisogna cambiare?
Dopo che in un anno, a fatica, ho sperimentato su di me esattamente quali sono i cibi più adatti, ho scoperto i miei (pochi, purtroppo) piatti-rifiugio, come ad esempio la mia boule piena di fagiolini al vapore, tonno al naturale, pomodori e 1 frutto, dopo che ho verificato quanto e quando le conseguenze di una cena-sgarro settimanale, composta di pizza o lasagne, si facciano sentire?
Ebbene, il dottor Perucci nel forum parla in breve di (e si sapeva) eliminare i latticini, anche se magri, usare il tuorlo, cancellare quasi, o abbassare, il contenuto di fruttosio, quindi via la frutta, zero soia!
Innanzitutto, i prodottini-salvezza della Enerzona sono preparati quasi tutti con la soia, quindi mi deve spiegare come si possa dire una roba del genere. Il dottor Barry Sears, inoltre, ha scritto un libro intitolato "In Zona con la soia".
Io quasi non mangio i cereali, devo pure privarmi della frutta, tenuto conto che, sebbene non possa considerarmi un bodybuilder convinto, vado tutti i giorni in palestra facendo esercizio moderato, ma costante, e quando non ho impegni improrogabili di lavoro, anche 6 volte alla settimana? Non è facile scolpire, asciugare, perfezionare un fisico che è stato per troppo tempo martoriato dall'adipe. Raggiunto il traguardo prefissato, mi rendo conto che è il cervello che va stabilizzato. Bisogna rasserenarsi uscendo dalla nevrosi di voler dimagrire rapidamente, da ogni senso di colpa non appena si commette lo "sgarro" settimanale: il confine tra anoressia e bulimia è davvero molto labile, di questo ne ho la certezza; i problemi legati ai disturbi alimentari sono sempre, purtroppo, sottovalutati. Ma a volte possono essere il segnale di malesseri profondi legati addirittura al significato stesso della vita e al senso di irrealtà dell'esistenza che ci attanaglia nei momenti di fragilità o di depressione profonda, magari del tutto inconsciamente.
La lettura di quell'aggiornamento di Perucci mi ha lasciato con mille interrogativi insoluti. Speriamo che la dottoressa Braga mi possa consigliare al meglio.
Anche perché la fase certamente più complicata arriva adesso. Alla soglia del mio ipotetico peso-forma, ho il terrore di ingrassare anche solo di un etto, di tornare com'ero prima. Posso annullare la mia vita sociale perché mangiare fuori per me rappresenta una spaventosa insidia? Devo pensare di rimanere a dieta per tutta la vita? Forse no, forse sì. Non posso, naturalmente, vanificare i sacrifici estremi fatti fin qui e tornare quello di prima. Questo è fuori discussione. D'altronde, nella prefezione dei libro "Magri per sempre" mi aveva proprio convinto il motto di Barry Sears: "Entra in zona e non uscirne più"!
Una cosa l'ho capita mio malgrado: nessuno sa niente di preciso. Chiunque inventa qualcosa pur non avendo le basi o studi adeguati. In palestra sono tutti pronti a darti consigli miracolosi, schede fitness e promesse di riuscita. Ognuno ha la propria ricetta dalla portentosa efficacia. Logorroici che si parlano addosso con convinzione estrema, dovrebbero tacere invece. Sono tutti presuntuosisticamente portatori del Verbo, hanno la verità in saccoccia, mentre l'unica cosa da fare è quella di sperimentare su se stessi per un lungo lasso di tempo, cosa ci faccia bene e cosa ci faccia male. Anche con l'attività fisica bisogna far da sé sperimentando, senza troppe schede già preconfezionate e tutte uguali, quali sono gli esercizi da ampliare per permettere al grasso di trasformarsi in muscolo, per dimagrire le parti difficili come l'addome, magari con l'attività "cardio" senza però perdere massa nelle gambe e nelle braccia. Conoscersi profondamente, sondare tutte le possibilità e desiderare ardentemente una rinascita per il fisico e per la salute. Ovviamente, se lo si vuole fare, se si ha la determinazione per farlo. Iniziare in maniera demotivata non serva a niente e a nessuno. La lotta all'adipe deve essere implacabile. Il cambiamento ha inizio quando muta il cervello, non si torna più indietro. Bisogna saper vivere per un periodo cambiando abitudini alimentari in maniera drastica, perdere il piacere della buona tavola, convincersi che il cibo è un farmaco: alcuni alimenti ci fanno molto bene, altri sono veleno puro. Il gusto non deve avere più importanza. Ci sono momenti di scoraggiamento durante i quali si ha l'impressione di non riuscire, di voler abbandonare tutto, di non aver più voglia di andare in palestra. E' un cane che si morde la cosa, un circolo vizioso, una reazione a catena. Chi si ferma è perduto! Dunque il segreto è perserverare, perserverare, perseverare fino al raggiungimento dei propri obiettivi. Fino a conquistarne un altro, un successivo e un altro ancora. Bisogna essere pronti mentalmente, è un lavoro che bisogna fare sulla propria psiche, altrimenti è tutto tempo perso; meglio lasciar stare. Se la motivazione arriva ed è forte i risultati ci saranno, è fuori di dubbio. E la felicità è garantita!
Ho riflettuto ricordando a me stesso che oltre al suo inventore, in Italia, l'unica autorizzata a parlare della dieta a Zona è la prof.ssa Gigliola Braga. Quindi, per me, le teorie del dottor Perucci non avevano, e non hanno, molto valore. Stranamente la curiosità nel leggere questo aggiornamento è scaturita soprattutto dai commenti positivi che ha ricevuto nel forum, nemmeno uno lo criticava. Strano.
Nessuno più di me può sapere, avendo perso 34 chili in un anno con il metodo perfetto di Sears, cosa sia bene fare e cosa non fare, quale comportamento alimentare scegliere e quale scartare. E soprattutto, chi meglio di me, può comprendere quanto sia importante la riuscita stessa della dieta? Dunque: perché cambiarla?
Un anno fa ero una palla di lardo di 110 chili; penso di non aver mai raggiunto nella mia vita (40 anni) un tal peso che ha rappresentato il picco massimo, il fondo del pozzo difficile da risalire. L'aumento esponenziale e inarrestabile di peso è avvenuto, seppur lentamente all'inizio, e bruscamente negli ultimi 4-5 anni, diciamo verso i 36 anni in poi; il mio peso forma prima di allora era intorno agli 80. Dunque ho raggiunto gli 85. E visto che sono alto 1,80, non si notavano neppure molto. Superata la soglia dei 90 già qualche campanellino d'allarme si faceva sentire. Mi iscrissi in palestra all'epoca. Volevo limitare i danni. Invano. Demoralizzato continuai a mangiare senza quasi accorgermene, senza quasi sentirmi in colpa per i danni che mi infliggevo. L'ultimo stadio è stato del tipo: "Visto che non riesco a dimagrire continuo a mangiare, peggio di così non si può diventare". Invece ci riuscii. Toccai i 110. Un numero imbarazzante, impressionante, impensabile. Portavo la 54 di jeans! Allucinante.
Diciamo che mi nutrivo prevalentemente di carboidrati. In maniera sregolata, non pensandoci, facendolo e basta. Come un tossico. Volevo solo pane, pasta, pizza e qualche croissants tanto per gradire. Questi i miei preferiti, ma di certo non disdegnavo il junk food, la maionese in dosi massicce nel panino al prosciutto, la panna, i formaggi grassi. Mangiavo tutto quello che mi capitava a tiro, senza criterio, facendo aumentare a dismisura la necessità stessa di mangiare di nuovo. Avevo sempre fame e sempre più bisogno di glucidi. A cena mangiavo piatti colmi di pasta, fino a quando non cadevo in uno stato catatonico sul divano a guardare la televesione, in coma glicemico. Fino a quando nell'estate 2010, prima di partire per la Spagna non comprai, all'aeroporto, "Magri per sempre" di Barry Sears. Una manna dal cielo per chi, come me, non ha mai creduto nei dietologi e, soprattutto, non si è voluto sottoporre alle loro cure.
Ora tutto questo non esiste più.
Il dimagrimento è stato lento, progressivo, difficoltoso, ma efficace. Non una smagliatura, non un segno mi è rimasto a ricordare l'abnorme pancia. L'effetto è stato come quello di una matriosca. Come se fossi uscito dal mio contenitore, dal mio sarcofago, come una mongolfiera quando si spegne il fuoco che l'alimenta e la gonfia. Il merito è tutto della Dieta a Zona. Ora, questo dottor Perucci ci/mi dice che bisogna cambiare?
Dopo che in un anno, a fatica, ho sperimentato su di me esattamente quali sono i cibi più adatti, ho scoperto i miei (pochi, purtroppo) piatti-rifiugio, come ad esempio la mia boule piena di fagiolini al vapore, tonno al naturale, pomodori e 1 frutto, dopo che ho verificato quanto e quando le conseguenze di una cena-sgarro settimanale, composta di pizza o lasagne, si facciano sentire?
Ebbene, il dottor Perucci nel forum parla in breve di (e si sapeva) eliminare i latticini, anche se magri, usare il tuorlo, cancellare quasi, o abbassare, il contenuto di fruttosio, quindi via la frutta, zero soia!
Innanzitutto, i prodottini-salvezza della Enerzona sono preparati quasi tutti con la soia, quindi mi deve spiegare come si possa dire una roba del genere. Il dottor Barry Sears, inoltre, ha scritto un libro intitolato "In Zona con la soia".
Io quasi non mangio i cereali, devo pure privarmi della frutta, tenuto conto che, sebbene non possa considerarmi un bodybuilder convinto, vado tutti i giorni in palestra facendo esercizio moderato, ma costante, e quando non ho impegni improrogabili di lavoro, anche 6 volte alla settimana? Non è facile scolpire, asciugare, perfezionare un fisico che è stato per troppo tempo martoriato dall'adipe. Raggiunto il traguardo prefissato, mi rendo conto che è il cervello che va stabilizzato. Bisogna rasserenarsi uscendo dalla nevrosi di voler dimagrire rapidamente, da ogni senso di colpa non appena si commette lo "sgarro" settimanale: il confine tra anoressia e bulimia è davvero molto labile, di questo ne ho la certezza; i problemi legati ai disturbi alimentari sono sempre, purtroppo, sottovalutati. Ma a volte possono essere il segnale di malesseri profondi legati addirittura al significato stesso della vita e al senso di irrealtà dell'esistenza che ci attanaglia nei momenti di fragilità o di depressione profonda, magari del tutto inconsciamente.
La lettura di quell'aggiornamento di Perucci mi ha lasciato con mille interrogativi insoluti. Speriamo che la dottoressa Braga mi possa consigliare al meglio.
Anche perché la fase certamente più complicata arriva adesso. Alla soglia del mio ipotetico peso-forma, ho il terrore di ingrassare anche solo di un etto, di tornare com'ero prima. Posso annullare la mia vita sociale perché mangiare fuori per me rappresenta una spaventosa insidia? Devo pensare di rimanere a dieta per tutta la vita? Forse no, forse sì. Non posso, naturalmente, vanificare i sacrifici estremi fatti fin qui e tornare quello di prima. Questo è fuori discussione. D'altronde, nella prefezione dei libro "Magri per sempre" mi aveva proprio convinto il motto di Barry Sears: "Entra in zona e non uscirne più"!
Una cosa l'ho capita mio malgrado: nessuno sa niente di preciso. Chiunque inventa qualcosa pur non avendo le basi o studi adeguati. In palestra sono tutti pronti a darti consigli miracolosi, schede fitness e promesse di riuscita. Ognuno ha la propria ricetta dalla portentosa efficacia. Logorroici che si parlano addosso con convinzione estrema, dovrebbero tacere invece. Sono tutti presuntuosisticamente portatori del Verbo, hanno la verità in saccoccia, mentre l'unica cosa da fare è quella di sperimentare su se stessi per un lungo lasso di tempo, cosa ci faccia bene e cosa ci faccia male. Anche con l'attività fisica bisogna far da sé sperimentando, senza troppe schede già preconfezionate e tutte uguali, quali sono gli esercizi da ampliare per permettere al grasso di trasformarsi in muscolo, per dimagrire le parti difficili come l'addome, magari con l'attività "cardio" senza però perdere massa nelle gambe e nelle braccia. Conoscersi profondamente, sondare tutte le possibilità e desiderare ardentemente una rinascita per il fisico e per la salute. Ovviamente, se lo si vuole fare, se si ha la determinazione per farlo. Iniziare in maniera demotivata non serva a niente e a nessuno. La lotta all'adipe deve essere implacabile. Il cambiamento ha inizio quando muta il cervello, non si torna più indietro. Bisogna saper vivere per un periodo cambiando abitudini alimentari in maniera drastica, perdere il piacere della buona tavola, convincersi che il cibo è un farmaco: alcuni alimenti ci fanno molto bene, altri sono veleno puro. Il gusto non deve avere più importanza. Ci sono momenti di scoraggiamento durante i quali si ha l'impressione di non riuscire, di voler abbandonare tutto, di non aver più voglia di andare in palestra. E' un cane che si morde la cosa, un circolo vizioso, una reazione a catena. Chi si ferma è perduto! Dunque il segreto è perserverare, perserverare, perseverare fino al raggiungimento dei propri obiettivi. Fino a conquistarne un altro, un successivo e un altro ancora. Bisogna essere pronti mentalmente, è un lavoro che bisogna fare sulla propria psiche, altrimenti è tutto tempo perso; meglio lasciar stare. Se la motivazione arriva ed è forte i risultati ci saranno, è fuori di dubbio. E la felicità è garantita!
4 commenti:
grande Biagio!! che miglioramento..NO PAIN NO GAIN!!! ...Roberto Volpe...
ciao io ho 19 anni e condivido la tua storia...nel senso che in meno di un anno ho perso più di 30 chili...Sai credo che chi come noi affronta un percorso del genere si ponga continuamente le domande che anche tu ti sei posto.
Io ho costante terrore della mia precedente figura e non riesco a liberarmene del tutto temo sempre nella ricaduta come un alcolista o un tossico... mi chiedo se sarà così per sempre . Questa condizione di estremo controllo per me è la mia routine ormai e non voglio e non posso abbandonarla ora peso 78 chili ma ho ancora molto da fare , io ho fatto tutto da solo mi sono formato senza l'aito di nessuno per eseguire questo" lavoro" su me stesso e qualche segno purtroppo la mia vecchia immagine lo ha lasciato sul mio corpo specialmente nella zona dell' ombellico e questo mi fa molta rabbia. io vado in palestra 4 volte a settimana e non riesco ad assumere comunque 2000 calorie perchè non riesco a raggiungerle !!! Ora ho un po' più di stabilità nonostante certe volte vorrei vedere i risultati che mi mancano ora e non ancora aspettare!!!
Però mi faccio forza da solo perchè alla fine io temevo di non riuscire nemmeno ad iniziare e ora invece all' anniversario dei 6 mesi posso almeno dire di essere sceso al peso a me adatto e di dover spingere il mio corpo a lavorare per modificare le forme...ma queste abitudini alimentari e l'andare in palestra penso che dovrò renderle parte di me per sempre!
comlimenti davvero !
Dovremmo aprire un club! Comunque sia, non so se vivremo sempre con questa paura, però dal canto mio aspetto di stabilizzarmi ad un peso che non mi faccia più ingrassare per ogni piccolo "sgarro". Credo sia un peso-forma che ho in mente di 74 chili...Ora sono 77...Mah! Si vedrà. Evviva la lotta all'obesità!! Un abbraccio.
Caro Biagio secondo me nemmeno Sears è detentore della Verità universale. In questi miei 30 anni di vita da topo di palestra ( e da chimico) ho visto arrivare e sparire la Scarsdale, la metabolica, la dieta a punti, la mitica weight watcher, e tante altre... Ora sta spopolando la Paleo e mi riprometto di terminare i miei studi e sperimentazioni prima di pronunciarmi. Ma come dice il buon Brad Pilon ( che ha formulato gli integratori x atleti più di successo degli ultimi 10 anni) " nessuno ci guadagna a venderti il digiuno". Ci siamo evoluti mangiando ció che cacciavamo, raccogliendo ció che trovavamo e soprattutto digiunando. Credo che non ci siano ricette miracolose , tantomeno la famigerata Zona... Ricorda che Sears è proprietario di ettari di campi di soia...ma come sempre ne parleremo de visu quando vorrai. Nel frattempo cerca "eat stop eat" di brad pilon... Potrebbe sconvolgerti. Ciao
Posta un commento