Mettiamo subito in chiaro che l'anoressia è un problema serissimo e che non si scherza, come anche con le altre disfunzioni dell'alimentazione. Sono abbastanza consapevole del fatto che il cibo possa essere, a volte, un velenoso nemico dell'organismo. Mai come in questo periodo della mia vita, proprio perché da maggio sono a dieta ferrea e scrupolosa, ne sono convinto.
Credo però anche che si possa, in punta di piedi, non prendersi sempre troppo pesantemente sul serio e sdrammatizzare su sé stessi e sui propri traumi. Spesso questi problemi sono accentuati proprio da determinati aspetti psicologici, da talune fissazioni della mente, da un'incapacità di ridere dei propri difetti o di reagire. I problemi legati al nutrimento hanno sempre una matrice comune che trae origine dalle relazioni che intercorrono in famiglia. Possono anche essere più inconscie e, dunque, più difficili da diagnosticare e da risolvere.
Non credo che i miei problemi legati all'eccessivo peso e, di conseguenza, ad una difficoltà di vivere e di eseguire anche i più semplici ed elementari movimenti, dal salire le scale alla semplice camminata e, finanche, all'atto di legarsi le scarpe, fossero dipendenti da problemi domestici. C'era anche qualcos'altro.
Nella vita succede così: ad un certo punto ti sfugge di mano il controllo, ingrassi così tanto che ti lasci andare e pensi che non ci sia più niente da fare, la tua autostima, di partenza già rasoterra, si azzera completamente: il circolo vizioso è servito.
Poi, chissà perché, ad un tratto quell'idea di cambiamento che più volte avevi accarezzato e immediatamente accantonato, diventa fissa e prendi la decisione di cambiare.
Così in cinque mesi ho perso 20 chili e ora voglio perderne ancora 10. E capisco, con le dovute distanze, cosa provino le anoressiche. Hanno paura di ingrassare, di tornare ad essere come prima, e si vedono grasse anche se sono pelle ed ossa. Io ho fatto un cambiamento radicale, sembro dimezzato. Ma lo specchio non mi comunica questo. Il riflesso di me mi dice che sono ancora troppo grasso e i miei parametri si irrigidiscono sempre di più, non sono contento. Gli altri non capiscono, mi dicono: "Dai, ora stai bene, basta però!". Per me non è così, non sono ancora soddisfatto. La paura di ingrassare, ora che ho comprato nuovi vestiti con taglie più "umane" ed ho accantonato i tendoni da circo di Moira Orfei con cui mi coprivo fino a poco tempo fa, è sempre dietro l'angolo. Ho fatto troppi sacrifici per permettere che ciò accada in qualche modo. Mi chiedo sovente quale sarà il traguardo e quando lo raggiungerò. E proprio qui si trova il confine sottile tra un atteggiamento sano (che poi chi lo stabilisce?) e la pazzia.
Fino a questo momento sono stato, per quasi tutta la mia vita, un godurioso della buona tavola, lavoro da sempre nel campo della ristorazione e dell'enologia, non mi sono mai fatto mancare niente, e da quasi 30 anni mi nutro, quasi esclusivamente, di carboidrati raffinati: pane, pasta, pizza. E i danni si sono visti ed emergono vividi dalla difficoltà estrema che ho di debellare il grasso cattivo, l'adipe distrubito nell'addome, l'infiammazione silente accumulata lentemente in tutti questi anni. Sto cercando di disintossicarmi, ma ho un chiodo fisso: spaghetti alla carbonara, lasagne alla bolognese, agnolotti del plin al sugo di arrosto, ravioli al ragù, pizza margherita (fatta in casa, in pizzeria, dal panettiere), l'hamburger di Mc Donald's, il doppio Cheese, il double-big-triple Whopper, gli anelli di cipolla fritti e le patatine, le litrate di Coca-Cola, le cotolette alla milanese e le valdostane, la parmigiana di mammà, i profiteroles, gli chantilly (anche al gianduja) del padre di Andrea Venier, la cenetta in quello schifoso ristorante cinese all'angolo a base di involtini primavera, ravioli al vapore, pollo alle mandorle, vitello in agrodolce, riso cantonese, spaghetti di soia con verdure e gamberi, grappa di prugne stile Idraulico liquido... Per sopperire alla mancanza, mi guardo tutti i programmi di cucina, dalla "Prova del cuoco" a "Fuori menu", ed inizio a sognare. Oggi dalla Clerici si parlava di cucina della Val d'Aosta: fontina e fonduta, lardo di Arnad, Blanc de Morgex. Da impazzire.
A volte sembra di sentirli quei profumi fuoriuscire attraverso lo schermo, come quella volta che guardai "Julia & Julie" e la protagonista, mentre cucina, esclamò: "C'è qualcosa di più buono al mondo del burro?".
Eppure i moderni studi in materia ci indicano le insidie che si nascondono dietro ogni prodotto. Solo la conoscenza ci salverà. Non capisco come possano sopravvivere gli ignari, gli inconsapevoli, gli ignoranti totali. Indubbiamente il mondo è pieno di persone fortunate: chi non ingrassa mai, chi mantiene una linea invidiabile pur ingozzandosi come un'oca da foie gras, chi ha un metabolismo acceleratissimo che gli permette di non avere un filo di grasso, chi non è predisposto a patologie gravi come il diabete, il colesterolo, i trigliceridi alti, l'ipertensione. Sono dei benedetti dal Signore. Tutti gli altri devono fare molta attenzione, cucinare in modo sano, preferire cibi meno lavorati e più genuini, scegliere il fresco rispetto al surgelato, cuocere al vapore e rifuggere la frittura, usare in modo parsimonioso, o meglio, eliminare il sale e lo zucchero dalla propria tavola. I sali minerali si trovano naturalmente in verdure e ortaggi, lo zucchero si trova nella frutta e non è il caso di aggiungerlo. Eppure, anche la frutta, che tutti i medici consigliano in più porzioni durante la giornata, va assunta con discrezione poiché conterrebbe così tanto zucchero che, ad esempio, soprattutto nelle donne favorirebbe il tumore al seno.
In sostanza un atto scontato come mangiare può celare tante complessità per l'organismo e per la mente che pregiudicherebbero la salute e comprometterebbero la nostra felicità.
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