Nel ventennio fascista, quando Mussolini salì al potere, dal 30 ottobre 1922 al 25 luglio 1943, com'è noto, uno degli aspetti repressivi fortemente voluti dal regime riguardò, non solo le importazioni di prodotti extra-nazionali, come il cacao, il caffé, il tè, ma anche la lingua italiana. Se da una parte si bloccavano i prodotti alimentari stranieri e il caffé si preparava con la cicoria o con l'orzo (laddove non ci si volesse rivolgere alla borsa nera, ai traffici sottobanco) e si aggiungevano le nocciole al poco cacao in circolazione (fenomeno già presente, ad esempio, coi "Gianduiotti" torinesi, nati durante l'arresto delle importazioni di cacao a causa del blocco napoleonico) per la preparazione di dolciumi, dall'altra si cambiavano, italianizzandoli, i nomi stranieri che non piacevano molto al duce; fu il caso del "Ketchup" che divenne "Salsa rossa" o, dal latino, "Salsa rubra" e cocktail che fu tradotto in "Bevanda arlecchina" o, termine inventato dai futuristi, "Polibibita".
http://it.wikipedia.org/wiki/Italianizzazione_%28fascismo%29
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