maggio 31, 2008

A perfect rose







(scattata durante una pausa caffé nel cortile-belvedere dell'Università)

Il 14 e il 15 maggio ho seguito un corso, ovviamente spinto in maniera piuttosto energica da Andrea, presso l'Università per Stranieri di Siena "Scrivere il volgare fra Medioevo e Rinascimento". Ho approfittato della possibilità di prendermi 3 giorni di ferie per autoaggiornamento (da contratto se ne hanno 5 l'anno) e sono andato a farmi anche una bella visitina "refreshing" a Siena. Nel vero senso della parola visto che Andrea ha trovato quei last minute che solo lui conosce su internet prenotando un albergo, il Montaperti Hotel, a qualche chilometro di distanza da Siena, ma ad un prezzo stracciato, 4 stelle, frigo bar incluso nel prezzo, piscina, sauna, bagno turco e angolo fitness, peraltro hotel posizionato su un poggio, cosa che permetteva un panorama mozzafiato sulle mitiche colline senesi e sulla città. Per inciso: come mai le colline della Toscana sono tutte così perfette e verdeggianti tanto da sembrare dipinte? Ho notato che fanno crescere le spighe di grano...sarà per questo! Per questo l'effetto è diverso rispetto quello che possono dare le nostre pur belle colline piemontesi che sono, in linea di massima, boschive? Boh.

Insomma sistemazione da favola, ma levataccia per andare a seguire il corso. Innanzitutto per me (unico non dottorando tra i partecipanti) è stato interessante e al contempo molto faticoso. I tanti temi trattati li ascoltavo per la prima volta ed avevo difficoltà, all'inizio, a comprendere la materia. E' stato per me questa volta un vero corso di aggiornamento, ho imparato moltissimo, anche umanamente e nelle relazioni interpersonali.

Diciamo pure che la mia condizione di "non dottorando" mi faceva sentire un po' un pesce fuor d'acqua: tutti gli altri seguivano il convegno con un fine preciso. In più la frustrazione di non aver vinto il dottorato (tentato due volte) si acuiva maggiormente vedendo persone che "ce l'avevano fatta" o ricercatori dalla cultura immensa discutere di lavori approfonditi sulla lingua italiana. Io ci tengo molto a vincere il dottorato, tuttavia non posso diventare ansioso oltremodo, quindi ci proverò ancora negli anni a venire sperando di prendere le eventuali sconfitte con filosofia e tranquillità. Prima di aver partecipato a questo incontro pensavo di essere solo io l'esagerato che si angosciava, invece ho potuto constatare che chi vince un dottorato poi diventa un po' un fuori di testa-divoralibri, arrivista e senza scrupoli pur di agognare la tanta auspicata ascesa ho visto occhi brillare di una luce sinistra, comportamenti disumani o forse solo irrispettosi mascherati da leziosi saluti o gesti pseudocalorosi: un'anafettività evidente. Quando entri in quel giro, quando ce la fai perchè è durissima, l'obiettivo è uno solo e raggiungerlo a qualsiasi costo è l'unico tuo interesse. Mi ha fatto un po' paura.

Per il resto , ripeto, sono rimasto affascinato dall'immensa cultura e dagli interessanti temi trattati dai professori e mi viene in mente quello di Helena Sanson, Laura Ricci, Antonio Sorella, Giada Mattarucco, Nadia Cannata, Piero Trifone e Claudio Giovanardi. Su tutti ho preferito, forse perchè più discorsivo e meno tecnico, l'intervento di Romeo De Maio che ha parlato del canzoniere di Vittoria Colonna in maniera così ironica e partecipata da farmi sentire per qualche minuto proiettato davvero in uno dei secoli che prediligo da sempre: il Rinascimento.



"Sono quieta, ma sono anche tanto inquieta!" (Vittoria Colonna)

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