Entrare in un tempio, in un monumento, in un museo-hotel come viene definito il Negresco, è un'esperienza irripetibile. Non avrei mai pensato di poterlo fare fino a quando non si è organizzata una visita durante lo scambio con l'istituto alberghiero "Paul Valery" di Mentone. Ho, di fatto, accompagnato 5 allievi- fortunati- vincitori di un viaggio-premio (i parametri di scelta spaziavano dalla conoscenza del francese alla possibilità di ospitare i loro corrispettivi compagni francesi) in Costa Azzurra.
Che il Negresco fosse uno degli alberghi più belli e famosi del mondo lo sapevo già. Che fosse però uno scrigno di tesori e di opere d'arte mi era del tutto sconosciuto. Come, ad esempio, il ritratto di Luigi XIV, le roi soleil, (che domina la sala Versailles, imperioso, ancora a distanza di secoli e che è poi quello che tutti noi conosciamo per averlo visto in effige mille volte sui libri di storia...) è secondo come importanza solo a quello conservato al Louvre. Tanto per gradire. Senza parlare delle varie opere a firma Picasso, Jean Cocteau, Renoir...o dell'immenso camino in pietra che sovrasta l'intera parete destra della sala Versailles, "trafugato" da un castello antico dalla signora Augier nel suo costante peregrinare alla ricerca di oggetti antichi: un vera e propria mecenate dell'arte per passione.
L'albergo fu creato da Henri Negresco, un rumeno nato a Bucarest nel 1868, che all'età di 16 anni lascio la sua citta natale per lavorare a Parigi, a Monaco e infine a Nizza raggiungendo il grado di direttore di ristorante del Casinò Municipale. Divenuto famoso e conosciuto dalle teste coranate di mezzo mondo, dall'élite finanziaria (i Rockfeller, i Vanderbildt, i Singer) sognava di costruire un palazzo di lusso e pieno di confort in quel di Nizza per i suoi affezionati e ricchi clienti in un paradiso come la Costa Azzurra. Archittetti conosciuti della Belle Epoque progettarono e costruirono questo mastodontico edificio e anche Gustave Eiffel ci mise lo zampino realizzando la cupola di vetro del grande salone centrale. Seguirono anni di abnegazione e di duro lavoro, tant'è che l'inaugurazione avvenuta nel 1913 fu un successo trionfale; da tutto il mondo volevano assistere all'avvenimento mondano dell'anno. I fasti durarono un batter di mani: l'anno dopo scoppiò la guerra e il sito fu trasformato in ospedale ed Henri Negresco si dovette rendere conto che il suo progetto era fallito e che il suo sogno stava tramontando. La storica clientela lo abbandonò ed egli andò in rovina per sempre. Inevitabilmente, col suo castello. Morì nel 1920 all'età di 52 anni. Solo nel 1957 le sorti del Negresco si risollevarono ritrovando la gloria del passato grazie all'opera attenta dei coniugi Augier. Nel 1974 viene classificato "Monumento Storico" dal governo francese.
La vera artefice del rinovellato splendore è stata ed è sicuramente ancora l'attuale presidente-direttore generale, Madame Jeanne Augier alla quale si deve la meticolosa operazione di decorazione, della scelta certosina dei materiali, la ricerca puntigliosa di boiserie antiche, di pezzi di antiquariato, di pezzi unici insomma e di altissimo valore. Dopo la morte del marito Paul nel 1995, Jeanne rimase l'unica (non avendo eredi) al comando dell'azienda fino ad oggi. Fin qui è quanto il capo-ricevimento ci ha raccontato durante la visita. Questa signora iniziava ad affascinarmi così tanto che iniziai come, al mio solito, a fantasticare: donna che a 85 anni aveva conosciuto mezzo mondo, le personalità più importanti, straricca e sola...Tanto per fare un esempio si sa che misero piede nel mito dell'hotellerie la Regina Elisabetta II d'Inghilterra, Churchill, Chagall, Matisse, Picasso, Dalì, Cocteau, Monserrat Caballé, Louis Armstrong, Ton Curtis, James Dean, Marlon Brando, Catherine Deneuve, Edith Piaf, Cary Grant, Gary Cooper, Burt Lancaster, Alain Delon, Rodolfo Valentino, Marlene Dietrich, Elisabeth Taylor, Claudia Shiffer, John Travolta, Céline Dion, Pavarotti, David Bowie...
C'erano tre eleganti anziane signore sedute in uno dei tanti salottini sotto la cupola di vetro della grande sala, forse erano sue amiche e la stavano aspettando, sorseggiando del tè. Di lì a poco sarebbe scesa, pensai, imperiosa sulla sua sedia a rotelle; la immaginavo come l'anziana miliardaria americana interpretata da Bette Davis nel film "Lo scopone scientifico" con Alberto Sordi e Silvana Mangano, occhialoni scuri, perfetta con la mise en coiffe e manicure, rossetto e trucco carico ma raffinato, giro di perle d'ordinanza su tailleur Chanel. Sicuramente ancora chiama a raccolta tutti i capi servizio (avendo un ruolo decisamente attivo all'interno della sua azienda) i quali prendono ordini da questa lady di ferro. Tutto passa sotto il suo controllo, non le sfugge niente, deve essere severissima, "non si muove foglia che lei non voglia", pensai. Oppure trascorrerà le giornate in completa solitudine scambiando di tanto in tanto due chiacchiere con una badante, o guardando fuori dalla finestra della stanza nella cupola all'ultimo piano: uno dei più belli del mondo! Non se n'è mai voluta disfare dell'appartamento all'ultimo piano, e ha fatto bene. In effetti poteva creare suites che sarebbero state pagate una fortuna da chiunque, ma non l'ha mai fatto. Ha tenuto il piano più bello per sè, per viverci. Una donna tutta d'un pezzo: le è stato offerto da più parti di vendere il Negresco e non ha mai accettato. Sultani le hanno sottoposto assegni in bianco su cui non ha mai apposto la propria firma. Persino Bill Gates le ha offerto qualsiasi prezzo, ma nisba. E' notizia fresca di oggi del due di picche (un altro!) che il cretore di Microsoft si è preso anche da Yahoo!
Madame Augier è una donna piena di soldi e sola: non ha avuto figli e di conseguenza non ci sono eredi per l'immensa fortuna, per questo patrimonio inestimabile. Ci sarei io in effetti. Una piccola parte di quella eredità mi sistemerebbe per sempre. Mi veniva voglia di salire nelle sue stanze conoscerla, chiacchierare con lei, amarla perfino...
Invece niente, Jeanne (la chiamo già per nome come se la conoscessi da tempo...) sta preparando la propria morte stabilendo per filo e per segno le sue ultime volontà e soprattutto il destino del gioiellino della sua intera vita: il Negrescò, come si pronuncia in francese. Sembra che madame voglia lasciare tutto ad una fondazione francese (e niente a me!) la quale si occuperà del destino dell'hotel e tuttavia non potrà spostare neanche un fermacarte se non l'avrà deciso la signora Augier. Continuerà a comandare anche post-mortem! Apporrà bianco su nero, sul testamento, che quel quadro dovrà rimanere in quel posto e quella scultura in quell'altro. Tutto dovrà rimanere là dove lei l'ha sistemato, durante la sua intera esistenza.
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1 commento:
Ed oggi so una cosa in piu che non sapevo proprio....grazie Biagio!
Ps: ti ho risposto per il fatto della torta e delle sfoglie a mano :-)
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