1 Lucignolo
era il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola, ma
Pinocchio gli
voleva un gran bene. Di fatti andò subito a cercarlo a casa per
invitarlo alla
colazione e non lo trovò: tornò una seconda volta, e Lucignolo
non c’era;
tornò una terza volta, e fece la strada invano.
Dove poterlo
ripescare? Cerca di qua, cerca di là, finalmente lo vide nascosto
sotto il
portico di una casa di contadini.
– Che cosa fai
costì? – gli domandò Pinocchio avvicinandosi.
– Aspetto la
mezzanotte per partire.
– Dove vai?
– Lontano
lontano lontano.
– E io che son
venuto a cercarti a casa tre volte!…
– Che cosa
volevi da me?
– Non sai il
grande avvenimento? Non sai la fortuna che mi è toccata?
– Quale?
– Domani fi
nisco di essere un burattino e divento un ragazzo come te e
come tutti gli
altri.
– Buon pro ti
faccia.
– Domani,
dunque, ti aspetto a colazione a casa mia.
– Ma se ti dico
che parto questa sera.
– A che ora?
– Fra poco.
– E dove vai?
– Vado ad
abitare in un paese… che è il più bel paese di questo mondo:
una vera
cuccagna!
– E come si
chiama?
– Io? No
davvero!
– Hai torto,
Pinocchio! Credilo a me che, se non vieni, te ne pentirai. Dove
vuoi trovare un
paese più sano per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole, lì
non vi sono
maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia
mai. Il giovedì
non si fa scuola, e ogni settimana è composta di sei giovedì e
di una
domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo
di gennaio e fi
niscono con l’ultimo di dicembre. Ecco un paese come piace
veramente a me! Ecco come dovrebbero
essere tutti i paesi civili!
(Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi).
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