maggio 13, 2010

Salone del libro 2010

Catapultato sul palco dello stand del Consiglio regionale del Piemonte all'ultimo momento (chissà perché...Chissà per riempire quale vuoto...) mi sono trovato a disquisire di enologia piemontese. Non sono avezzo all'uso del microfono, quando trattasi di argomenti seri. E' la seconda volta credo, la prima è stata all'Università di Bergamo a parlare dell'immagine della cameriera/donna suffragetta all'interno di tre film che mi stanno molto a cuore: Il caso Winslow, Quel che resta del giorno e Gosford Park.
Ha iniziato la dottoressa Maria Luisa Alberico che ha catturato l'attenzione mia soprattutto e della platea (un'audience difficile considerando che gli astanti erano i miei alunni della II B!) raccontando la storia della cucina piemontese con trasporto, passione e un pizzico di teatralità. Ecco che ha parlato di "maialotti e cinghialini" cotti allo spiedo, dei baci di dama come di "due cialdine che si incontrano a formare una boccuccia a cuoricino" e così via. Il mio collega di cucina Alessandro Ricci ha viaggiato nella storia attraverso la composizione di un ideale menu piemontese e, in più, ha introdotto gli alunni Patzanovskii, D'Alessandro, Giaroni e Zamboni i quali hanno spiegato le ricette di pasticceria tipica: "brut ma bun, paste di meliga, baci di dama, torcetti. A concludere ho elencato i vini da dessert adeguati da abbinare ai dolci della tradizione che sono il Moscato d'Asti e l'Asti spumante, il Loazzolo, il Brachetto d'Acqui, la Freisa di Chieri, la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, la Malvasia di Casorzo e il Passito di Caluso. Abbiamo aperto praticamente noi, con questo che è stato il primissimo intervento alle 10:30 circa, il Salone del libro 2010!

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