Alla fine mi sono deciso: sono andato a correre, da solo.
Dal parco Dora, sotto casa mia, sono arrivato alla Pellerina.
Durante il percorso, passando sulla passerella della tettoia delle ex ferriere Teksid (dove viene organizzato il "Kappa Futur Festival"), ho assistito, sotto di me, ad una scena incresciosa.
In Italia, secondo alcuni strumentalizzatori di professione, da Salvini al talk show "Quinta colonna", sembra che il problema unico e più grande sia l'immigrazione, si evince che siamo un paese razzista e che ci sentiamo con l'invasore in casa nostra. Almeno, è questa la volontà della politica e dell'informazione.
Ebbene, percorrendo dall'alto quell'area ho notato dei ragazzi marocchini, italiani, senegalesi, peruviani, rumeni, giocare insieme, concentrati e spensierati, a pallacanestro o a calcio; sembrava addirittura che non importasse loro se l'avversario o il compagno di squadra fosse di un'altra etnia o avesse il colore della pelle diverso. Pensa te! Da non crederci...Dove andremo a finire?
Ho raggiunto la Pellerina di corsa e lì mi si è presentata un'altra immagine che mi ha definitivamente guastato la giornata: tra due laghetti, al di là della staccionata, in un luogo abbastanza nascosto, tra la vegetazione, un cigno, evidentemente femmina, se ne stava accasciato ed immobile con la testa affogata tra le piume in un grande nido di pagliericcio ancora da completare. Un altro cigno vicino si faceva strada tra gli arbusti col becco, muovendolo e talora, quando incontrava degli ostacoli, piegandolo in modo ripetitivo: scavava e raccoglieva dei rametti per completare quel nido. Osservo, rapito, quell'estasiante gesto d'amore per alcuni minuti.
Quindi, ho ripreso la corsa verso casa, ormai con gambe, glutei, caviglie e stinchi completamente sderenati. Mi sono fermato al primo Lidl disponibile per acquistare delle banane così da poter fare il carico necessario di potassio.
Mi si aprono le porte del supermecato e mi si scaraventa in fronte una devastante zaffata d'aglio.
Dal parco Dora, sotto casa mia, sono arrivato alla Pellerina.
Durante il percorso, passando sulla passerella della tettoia delle ex ferriere Teksid (dove viene organizzato il "Kappa Futur Festival"), ho assistito, sotto di me, ad una scena incresciosa.
In Italia, secondo alcuni strumentalizzatori di professione, da Salvini al talk show "Quinta colonna", sembra che il problema unico e più grande sia l'immigrazione, si evince che siamo un paese razzista e che ci sentiamo con l'invasore in casa nostra. Almeno, è questa la volontà della politica e dell'informazione.
Ebbene, percorrendo dall'alto quell'area ho notato dei ragazzi marocchini, italiani, senegalesi, peruviani, rumeni, giocare insieme, concentrati e spensierati, a pallacanestro o a calcio; sembrava addirittura che non importasse loro se l'avversario o il compagno di squadra fosse di un'altra etnia o avesse il colore della pelle diverso. Pensa te! Da non crederci...Dove andremo a finire?
Ho raggiunto la Pellerina di corsa e lì mi si è presentata un'altra immagine che mi ha definitivamente guastato la giornata: tra due laghetti, al di là della staccionata, in un luogo abbastanza nascosto, tra la vegetazione, un cigno, evidentemente femmina, se ne stava accasciato ed immobile con la testa affogata tra le piume in un grande nido di pagliericcio ancora da completare. Un altro cigno vicino si faceva strada tra gli arbusti col becco, muovendolo e talora, quando incontrava degli ostacoli, piegandolo in modo ripetitivo: scavava e raccoglieva dei rametti per completare quel nido. Osservo, rapito, quell'estasiante gesto d'amore per alcuni minuti.
Quindi, ho ripreso la corsa verso casa, ormai con gambe, glutei, caviglie e stinchi completamente sderenati. Mi sono fermato al primo Lidl disponibile per acquistare delle banane così da poter fare il carico necessario di potassio.
Mi si aprono le porte del supermecato e mi si scaraventa in fronte una devastante zaffata d'aglio.
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