L'UOMO DAL FIORE: Eh, ben legati, me l'immagino: con quell'arte speciale che mettono i giovani di negozio nell'involtare la
roba venduta...
Che mani! Un bel foglio grande di carta doppia, rossa, levigata... ch'è per se stessa un piacere vederla...
cosí liscia, che uno ci metterebbe la faccia per sentirne la fresca carezza... La stendono sul banco e poi con
garbo disinvolto vi collocano su, in mezzo, la stoffa lieve, ben piegata. Levano prima da sotto, col dorso
della mano, un lembo; poi, da sopra, vi abbassano l'altro e ci fanno anche, con svelta grazia, una
rimboccaturina, come un di piú per amore dell'arte; poi ripiegano da un lato e dall'altro a triangolo e
cacciano sotto le due punte; allungano una mano alla scatola dello spago; tirano per farne scorrere quanto
basta a legare l'involto, e legano cosí rapidamente, che lei non ha neanche il tempo d'ammirar la loro
bravura, che già si vede presentare il pacco col cappio pronto a introdurvi il dito.
L'AVVENTORE: Eh, si vede che lei ha prestato molta attenzione ai giovani di negozio.
L'UOMO DAL FIORE: Io? Caro signore, giornate intere ci passo. Sono capace di stare anche un'ora
fermo a guardare dentro una bottega attraverso la vetrina. Mi ci dimentico. Mi sembra d'essere, vorrei
essere veramente quella stoffa là di seta... quel bordatino... quel nastro rosso o celeste che le giovani di
merceria, dopo averlo misurato sul metro, ha visto come fanno? se lo raccolgono a numero otto intorno al
pollice e al mignolo della mano sinistra, prima d'incartarlo.
Pausa
Guardo il cliente o la cliente che escono dalla bottega con l'involto appeso al dito o in mano o sotto il
braccio... Li seguo con gli occhi, finché non li perdo di vista... immaginando... - uh, quante cose
immagino! Lei non può farsene un'idea.
(Luigi Pirandello, "L'uomo dal fiore in bocca" - 1923)