Inauguro con questo post una nuova rubrica (etichetta, sulla destra)
B-book, "i libri di Biagio", cioè quelli che mi sono piaciuti così tanto che mi sento di consigliarli come stimolo necessario nel compiere un arduo quanto oscuro viaggio nell'ignoto e nel buio più spaventoso: aprire un libro.
L'impresa, insomma, di immergersi tra l'odore della carta e dell'inchiostro, e leggere. Mi rendo conto che questo possa far paura e possa far desistere da un'avventura unica, direi "magica". Ma ogni eroe coraggioso dovrebbe provarci, combattendo soprattutto contro le proprie ritrosie e timori.
Sono di libri che ho scoperto in maniera del tutto individuale o casuale. A volte copiavo i titoli di quei libri che la professoressa non promuoveva in classe e che, anzi, celava in gran segreto tra i testi canonici usati in classe. Nella mia mente quelli erano libri vietati, dunque, per reazione, mi incuriosivano. Oppure andavo tra gli scaffali delle biblioteche alla ricerca di volumi dalla seducente copertina, seguendo i miei interessi e i miei hobbies. Tuttavia, l'impulso maggiore alla lettura proveniva dal tam tam, dal titolo consigliato da un amico. Così ho iniziato questo viaggio emozionante, del tutto autonomo, nella lettura che mi ha portato a riscoprire e apprezzare, crescendo, quei classici odiati durante tra i banchi di scuola, forse proprio perché imposti. Col senno di poi, sorrido a quel comportamento adolescenziale inspiegabile e anche un po' stupido. Eppure la storia si ripete, e gli studenti oggi come allora fanno fatica a leggere. Leggono poco? Leggono meno di noi alla loro età? Non mi appassiona molto questa diatriba.
Voglio dirvi: se un po' vi piace la mia personalità, se vi seduce la mia ironia, se per voi sono un piccolo modello da seguire, dovete seguire le mie orme.
NON LEGGETE ASSOLUTAMENTE niente di quello che vi consiglierò perché è
VIETATO.
Il primo titolo che vi sottopongo è "Il colpo di grazia" di
Marguerite Yourcenar, scrittrice conosciuta maggiormente per il suo capolavoro "Memorie di Adriano".
La storia riguarda un mènage à trois, perverso, a tinte nere, con finale tragico. Non so perché, ma a tratti, mi ha ricordato le atmosfere di "Malombra" di Fogazzaro.