Nella vita capita, a volte, di incontrare persone interessanti e colte che ti stimolano ad approfondire un argomento sconosciuto (alimentadolo con una buona dose di leggerezza ed ironia), raccontato senza ostentazione, una sera, seduto su una via di passaggio in vacanza.
È il caso di Franco, un mio amico napoletano che incontro ormai da anni,
ogni estate, qui a Sitges. L'altra sera mi ha parlato di una nobildonna che aprì, grazie alle sue conoscenze altolocate nel Clero, un ospedale detto "Degli incurabili", ancora oggi esistente, a Napoli. Sembra, infatti, che in seguito alla guarigione della gamba, compromessa irrimediabimente da un'artrite reumatoide, dopo il pellegrinaggio al santuario della Santa Casa di Loreto, la benefattrice fece il voto di aiutare gli infermi, quei malati "incurabili" appunto, abbandonati al loro destino senza aiuto, infetti e considerati immondi e che nessuno voleva toccare. La religiosa, tal Maria Lorenza Longo, chiusasi in clausura negli ultimi anni della sua vita, ebbe l'ausilio proprio di ex prostitute le quali, guarite dalla sifilide, e quindi non più contagiabili, svolsero mansioni infermieristiche nel nascente complesso ospedaliero.
L'episodio mi ha fatto riflettere su come infondo, nella giostra umana delle ingiustizie, ci sia sempre un filo di speranza per gli emarginati, i diseredati e gli ultimi della società, i quali possono salvarsi solo aiutandosi e solidarizzando a vicenda per sopravvivere e non morire abbandonati a loro stessi come topi di fogna.
Dopo aver consultato velocemente Wikipedia, mi è venuta l'irrefrenabile voglia di visitarlo; tra le tante rilevanti testimonianze storiche presenti nella struttura monumentale, sfortunatamente non inserita nei consueti itinerari turistici della città, si trova anche una farmacia, ristrutturata nel '700, con quattrocento vasi in maiolica posti su un'originale scaffalatura lignea.
Sarà lo spunto di un viaggio alternativo, non appena avrò occasione di visitare nuovamente Napoli?
Approfondimenti:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Complesso_degli_Incurabili
- http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Lorenza_Longo
È il caso di Franco, un mio amico napoletano che incontro ormai da anni,
ogni estate, qui a Sitges. L'altra sera mi ha parlato di una nobildonna che aprì, grazie alle sue conoscenze altolocate nel Clero, un ospedale detto "Degli incurabili", ancora oggi esistente, a Napoli. Sembra, infatti, che in seguito alla guarigione della gamba, compromessa irrimediabimente da un'artrite reumatoide, dopo il pellegrinaggio al santuario della Santa Casa di Loreto, la benefattrice fece il voto di aiutare gli infermi, quei malati "incurabili" appunto, abbandonati al loro destino senza aiuto, infetti e considerati immondi e che nessuno voleva toccare. La religiosa, tal Maria Lorenza Longo, chiusasi in clausura negli ultimi anni della sua vita, ebbe l'ausilio proprio di ex prostitute le quali, guarite dalla sifilide, e quindi non più contagiabili, svolsero mansioni infermieristiche nel nascente complesso ospedaliero.
L'episodio mi ha fatto riflettere su come infondo, nella giostra umana delle ingiustizie, ci sia sempre un filo di speranza per gli emarginati, i diseredati e gli ultimi della società, i quali possono salvarsi solo aiutandosi e solidarizzando a vicenda per sopravvivere e non morire abbandonati a loro stessi come topi di fogna.
Dopo aver consultato velocemente Wikipedia, mi è venuta l'irrefrenabile voglia di visitarlo; tra le tante rilevanti testimonianze storiche presenti nella struttura monumentale, sfortunatamente non inserita nei consueti itinerari turistici della città, si trova anche una farmacia, ristrutturata nel '700, con quattrocento vasi in maiolica posti su un'originale scaffalatura lignea.
Sarà lo spunto di un viaggio alternativo, non appena avrò occasione di visitare nuovamente Napoli?
Approfondimenti:
- http://it.wikipedia.org/wiki/Complesso_degli_Incurabili
- http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Lorenza_Longo
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