Dai primi di marzo ho iniziato a comprare al mercato coperto dei contadini di Porta Palazzo di Torino delle piantine di insalata mista (lattuga, da taglio, romana...) a 10 x 1 euro. Le ho piantate alla base degli ulivi, nei cassettoni rettangolari che li ospitano, tra giovani alberi di pesco, ciliegio, albicocco, susino e nespolo.
Un giorno la notizia sconvolgente: il mio collega Gigi aveva sottratto dai rifiuti del supermercato del bricolage "Self" una fiorirera verticale, un espositore di piantine, in legno. Mi ha mostrato la foto. Era quello che desideravo. Mi aveva detto che ce n'erano altre due. Ma erano già sparite dalla circolazione. Non so perché, ma dopo due settimane se ne voleva disfare. La moglie non aveva gradito il catafalco sul balcone né, tanto meno, nel garage. Decide di regalarmelo!
Ho accettato; tuttavia è stato un lavorone, ancora "in progress", da perderci energie inaspettate. Non ci stava nell'ascensore: 6 piani a piedi. Buchi col trapano per contrastare il ristagno d'acqua, flatting nelle cassettiere per impermeabilizzare il legno ed evitare fenomeni di marcescenza indesiderati, rivestiture in plastica per schermare. Entusiasmo subito frenato da due settimane di pioggia battente che, vogliamo sperare di no, mi hanno rovinato parte di vegetazione.
Appena avrò completato, documenterò con foto il risultato. Per ora carico l'immagine della struttura ancora grezza e di una piantina con già due pomodori che fanno capolino, pronta per essere trapiantata!
A chilometro zero, biologico. Il pomodoro è rivoluzionario, l'orto è reazionario!
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