VI secolo (Introduzione)
La destituzione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre, nel 476, segna il passaggio dall'evo antico al medioevo, perchè interrompe la continuità istituzionale.
La tesi di Pirenne rinviava di un secolo e più, fino all'espansione degli Arabi, il passaggio dall'antichità al medioevo. «Il medioevo non nasce in un giorno, ma Maometto non è il suo padrino» (S. Elia). Da qui si può cominciare il discorso, cioè dalla difficile realtà dell'intellettuale «latino». Il mondo latino subisce il suo declino per una consunzione dovuta a motivi interni - economici, demografici, amministrativi e perfino religiosi - oppure è un evento improvvisio e violento, la migrazione germanica, che ne interrompe l'evoluzione proprio quando aveva raggiunto i livelli più alti di organizzazione? Converrà forse lasciarla da parte, e cercar di vedere come gli uomini di quel tempo si collocavano di fronte alle tante novità.
In tutti i regni barbarici, le minoranze germaniche detentrici del potere politico sono costrette a ricorrere alle maggioranze romane per l'amministrazione, e a conservare molti degli ordinamenti preesistenti, per l'incapacità di escogitarne di nuovi.
La Chiesa, con l'evangelizzazione, favorisce il diffondersi del latino non solo fra i Germani, ma anche nelle classi subalterne delle aree provinciali che avevano conservato le parlate originarie durante la dominazione romana.
La conquista germanica avvenne con modalità diverse da zona a zona: Ostrogoti in Italia furono più tolleranti dei Vandali in Africa, sia per quanto riguarda le confische dei suoli e le assegnazioni agli hospites invasori, sia per quanto riguarda il rispetto delle consuetudini religiose.
Alle preesistenti differenze tra le diocesi occidentali si aggiunsero così ulteriori motivi di divaricazione per quanto riguarda la struttura economica, per l'ordinamento giuridico, per i rapporti fra cristianesimo romano e cristianesimo ariano.
Dopo il V secolo la suddivisione tra Italia, Africa, Spagna, Francia e isole britanniche non è solo un comodo criterio di ripartizione, ma serve a rappresentare anche nella collocazione degli autori quel chiudersi degli orizzonti e quel restrigersi degli interessi e delle competenze che fu uno degli aspetti più evidenti del medioevo, almeno fino all'VIII secolo.
Questa divisione, per utile e giustificata che sia, non vuol dire che ci si trovi davanti a vere e proprie letterature nazionali, con autonome vicende: si può parlare tranquillamente di una letteratura medievale che riguarda tutta l'Europa occidentale e l'Africa settentrionale; troppo simili rimangono alcuni aspetti non secondari dei vari regni barbarici: in tutti le minoranze germaniche detentrici del potere politico sono costrette a ricorrere alle maggioranze romane per l'amministrazione.
Per i Romani uno dei principali punti di forza era la tradizione culturale, in cui un posto preminente era occupato dalla letteratura; il recupero del primato anche politico in virtù della superiorità nel campo del sapere, oppure l'offerta ai nuovi signori delle proprie competenze. Si assiste così ad un'ampia produzione scolastica di testi grammaticali, di trattati di retorica, di scoli e commenti ai classici (Ovidio, Stazio, Terenzio, Virgilio, ma anche Arato, Germanico e altri), di biografie, come la vita di Virgilio in versi del grammatico Foca, di opuscoli sulla mitologia pagana, indispensabili per la corretta esegesi dei testi antichi; queste opere si affiancano ai tanti manuali che riguardano i più svariati campi dell'attività tecnica, dalla misurazione dei terreni alla geografia, dalla metrologia al computo cronologico, dalle scienze militari alla medicina.
Il ruolo della Chiesa e la funzione del cristianesimo nell'evoluzione culturale delle masse, l'evangelizzazione, favorisce il diffondersi del latino non solo fra i Germani; la strutturazione verticale e la coincidenza col fatto delle alte gerarchie ecclesiastiche con la tradizionale oligarchia terriera romana porta alla divaricazione tra un sermo humilis destinato alla comunicazione con gli strati inferiori della società e una letteratura prodotta per essere consumata dalle fasce privilegiate e più colte.
Il regno di Odoacre e dei suoi Eruli fu troppo breve per lasciare un segno preciso nelle vicende della cultura latina in Italia: già nel 489, tredici anni dopo la deposizione di Romolo Augustolo, l'ostrogoto Teoderico procedeva alla conquista della penisola, con l'autorizzazione dell'imperatore bizantino Zenone. Teoderico regnò a lungo, fino al 526, ed ebbe significativi riconoscimenti tanto che nel 497 gli furono consegnate le insegne imperiali che Odoacre aveva rifiutato, restituendole al mittente a Costantinopoli vent'anni prima, sebbene rifiutò il titolo di imperatore. Un'accorta politica di alleanze e matrimoni lo portò anche ad essere reggente del trono visigotico di Spagna in nome del giovanissimo nipote Amalarico.
I suoi maggiori meriti furono però nell'amministrazione interna: assegnò un terzo delle terre italiane agli hospites, e furono magistrati e funzionari romani che provvidero alle distrubizioni e ai realtivi decreti; Romani e Goti pagavano egualmente le tasse; le magistrature centrali e provinciali rimasero sostanzialmente immutate con l'unica rilevante novità dell'istituzione del corpo dei saiones, di nazionalità, gotica, che svolgevano compiti speciali; perfino il vecchio senato di Roma conservò le sue funzioni.
L'Italia di Teoderico non era però un'isola felice in mezzo ai disordini e alle crudeltà del resto d'Europa.
Teoderico fallì nel programma di pacificazione tra Romani e germani: gli ultimi anni del suo regnò decapitò l'ala tradizionalista della nobiltà romana, con la condanna a morte di Boezio e di altri illustri senatori (524). La mancata adesione dei nobili romani alla linea politica teodericiana fu tra i motivi del crollo del regno goto, dopo la morte di Teoderico (526); la lunga e sanguinosa guerra d'Italia che per quasi vent'anni, tra il 535 e il 553, sconvolse tutte le regioni della penisola, percorse da eserciti goti, imperiali, ma anche franchi e alamanni.
La riconquista da parte delle truppe dell'imperatore bizantino Giustiniano fu sancita da un importante atto che definiva lo status del'Italia all'intero dell'impero, la Prammatica Sanzione (554), che annullava il principio che i governatori delle province dovevano essere segnalati dai più importanti cittandini e soprattutto dai vescovi della provincia stessa, cancellò di fatto la presenza gotica, concedendo alla chiesa cattolica i beni della chiesa ariana.La nuova organizzazione non ebbe vita lunga: a soli quattordici anni dalla Prammatica Sanzione, nel 568, i Longobardi entrano in Italia condotti dal Alboino e ci restarono per i due secoli successivi.
La continuità culturale si interrompe, si spezza l'unità territoriale, si accelera il precesso di degradazione economica.
La frattura sarà anche più evidente a livello letterario; tra la fine del V e la metà del VI secolo operano in Italia alcuni dei più importanti scrittori dell'epoca, da Boezio a Cassiodoro, Da Ennodio a Massimiano: con i Longobardi, dopo la grande figura di Gregorio e fino a Paolo Diacono, ormai agli inizi dell'età carolina, ci si trova di fronte ad un'impressionante sensazione di vuoto.
Gli anni più duri furono quelli del primo insediamento dei Longobardi nel 603 ad opera della regina cattolica Teodolinda e di papa Gregorio. Feroci, incolti, i Longobardi si imponevano all'elemento romano senza mescolarsi in alcun modo. I Bizantini conservarono il possesso della Liguria, della costa veneta, della zona intorno a Ravenna (che si chiamò Romània, da cui il nome della Romagna, in contrapposizione alla Longobardìa, da cui Lombardia), delle Marche settentrionali, di una sottile striscia di terra fra l'Adriatico e il Tirreno, lungo il Tevere, con Perugia, di Roma e del Lazio, di Napoli e Amalfi, della Puglia, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna, mentre nelle altre zone si estendeva il domino longobardo, con un insediamento principale al centro-nord, in Toscana e nella valle padana, con la capitale del regno, Pavia, e due importanti appendici più a sud con i vasti e potenti ducati di Spoleto e Benevento (quest'ultimo comprendeva parte dell'Abbruzzo, il Molise, quasi tutta la Campania e la Basilicata e le zone settentrionali della Puglia e della Calabria. Tra i ducati longobardi e le province bizantine si stabilì un rapporto di tregua militare più che di vera pace.
Fu probabilmente il periodo di massima decadenza della civiltà in Italia: le citta ridotte ad accampamenti, le strade e gli acquedotti romani non più utilizzabili, le campagne invase dalle paludi e dalla malaria, il prodotto agricolo e artigianale pesantemente ridotto. Nell'Italia dominata dai Longobardi si stava affermando sempre di più il ruolo politico e temporale della Chiesa; questa individuava nel suo vescovo il possibile difensore contro le prepotenze dei Germani. Di pari passo procedeva l'ascesa del papato, che l'invasione longobarda aveva liberato dalla ferrea tutela bizatina: il papato poteva ora puntare ad una politica di indipendenza da Costantinopoli e da Pavia, puntando da un lato alla sanzione del primato universale del vescovo di Roma, dall'altro alla costituzione di un potere temporale, costruito sull'enorme Patrimonium Petri che faceva del papa il maggior proprietario terriero della penisola. Protagonista di questo progetto fu Gregorio che non fu soltanto un grande scrittore, ma anche un pontefice assai capace sul piano della politica estera e su quello della gestione amministrativa.
VI secolo (Scrittori, vita e opere) L'ITALIA
BOEZIO (480): Nasce a Roma da famiglia nobile (gens Anicia), si istruisce con un viaggio nell'oriente greco, studia filosofia nella scuola di Alessandria del neoplatonico Ammonio Ermia, sposa Rusticiana, figlia del console Simmaco. Fu prefetto di Roma, prefetto del Pretorio, console nel 510.
- 523: Magister officiorum
- 524: Accusato di accordi segreti con l'impero d'oriente e di congiurare contro Teodorico viene imprigionato e condannato a morte a 40 anni, a Cavenzano nel Bergamasco.
Opere:
- Poderoso corpus enciclopedico che concilia 2 linee del pensiero antico: Platonica e Aristotelica (rimangono solo poche parti). Incompiuto a causa della morte.
- Istitutio Arithmetica: aritmetica, geometria, muscia e astronomia (arti del quadrivio). Trascurate invece sono le altre 3 arti (Trivio: grammatica, retorica, dialettica) che completano il piano di studi medievali. Traduce Aristotele e il neoplatonico Porfirio.
L'opera, DE ISTITUTIONE ARITHMETICA, dedicata al suocero, è composta di 12 libri e fu composta in età giovanile.
- 1° libro: argomento è la MULTITUDO, il numero nella sua essenza teorica, nei suoi accidenti più elementari, come essere pari o dispari, numero primo o multiplo.
- 2° libro: MULTITUDO che entra in rapporto con la MAGNITUDO, introduce elementi spaziali che preludono alla geometria, all'armonia con le proporzioni, fondamento del rapporto tra aritmetica, geometria e musica.
Il DE ISTITUTIONE MUSICA (si ispira alla tradizione pitagorica) ed è diviso in 5 libri:
- 1°: dedicato alla capacità della musica di commuovere, dell'esistenza di 3 tipi di musica (cosmica, coinvolge tutto l'universo, umana, coinvolge l'uomo interiore, strumentale, quella che noi chiamiamo "musica").
- Gli altri 4 affrontano questioni su semitoni, armonia, grafia della note.
I trattati sulla geometria e sull'astronomia sono andati perduti.
Traduzioni latine dell'ORGANON aristotelico:
- Analytica priora
- Analytica posteriora
- De interpretatione
- Elenchi sofisti
- Topica
e dell'ISAGOGE di Porfirio e due commentari alla stessa ISAGOGE.
- Commento ai TOPICA di Cicerone
- Due libri: "Sul sillogismo ipotetico"
"Sul sillogismo categorico"
" De differentis topicis"
"De divisione"
Boezio è considerato il:
- TRASMETTITORE DELLA LOGICA IN OCCIDENTE e il padre del METODO SCOLASTICO
- L'INTERMEDIARIO tra la cultura medievale e la filosofia antica.
Opere di carattere teologico: "Sulla trinità, contro Eutiche e Nestorio"
DE CONSOLATIONE PHILOSOPHIAE: è l'opera più notevole e famosa di Boezio. Scritta in carcere (524). Frattura rispetto alle opere precedenti.
Opera in 5 libri: 39 brani di prosa alternati a 38 in versi (prosimetro).
E' un dialogo serrato tra l'autore (imprigionato) e la filosofia che gli appare in cella per consolarlo delle sue disgrazie.
Il venir meno della buona sorte è un'occasione favorevole per meditare su cosa sia il vero bene.
Nel terzo libro la filosofia dimostra che sommo bene è la FELICITA', cioè il dio creatore e governatore del mondo. Nasce in Boezio il dubbio su come si possa conciliare l'esistenza del MALE con la provvidenza divina.
Nel quarto la filosofia gli spiega che i malvagi non sono mai felici.
Quinto: dedicato al problema agostiniano del libero arbitrio.
Difficile dire se l'opera sia completa o meno. In tutta l'opera non è citata la Bibbia, non compare mai Cristo, Dio non viene mai presentato coi caratteri di quello cristiano.
CASSIODORO: Tante sono le analogie e le opposizioni con Boezio:
- 2 belle carriere politiche
- 2 progetti enciclopedici
- 2 conversioni
Conosciuto nel medioevo come il SENATORE. Apparteneva all'aristocrazia senatoria (ma la sua famiglia non poteva vantare la nobiltà e il prestigio di quella di Boezio).
Nacque a Squillace verso il 490, sostituì Boezio nel 514 quando questi cadde in disgrazia di Teodorico.
La sua posizione divenne assai difficile durante la guerra tra i Goti e i Bizantini.
Opere:
- DISCORSI
- CHRONICA
- ORDO GENERI CASSIODORORUM
- HISTORIA GOTHORUM: andata perduta (Riassunto di Giordane)
- VARIE: lettere ufficiali scritte in nome del re, costituiscono un'insostituibile fonte storica sulle condizioni dell'Italia ostrogota.
- DE ANIMA: tentativo di favorire la pace tra i due stati in guerra (è il Diavolo che ha voluto contrapporre i due popoli l'uno contro l'altro).
540: fondazione del monastero di Vivarium presso Squillace (centro-studi più che un vero e proprio monastero)
- ISTITUTIONES:
• HISTORIA ECCLESIASTICA TRIPARTITA
• EXPOSITIO IN PSALMOS
Prontuario per i suoi monaci sulle "Divinae litterae" e sulle "Seculares litterae"
ISTITUTIONES:
• 1° libro: 23 capitoli dedicati alle sacre scritture
10 capitoli di istruzioni varie per i suoi monaci (attività quotidiane, geografia, agricoltura, ortografia - per gli amanuensi-, medicina.
• 2° libro: dedicato alle 7 arti liberali
Quadrivio= aritmetica, astronomia, musica, geometria
Trivio= grammatica, dialettica, retorica
- DE ORTHOGRAPHIA: Cassiodoro avevai già passato i 90 anni quando pose mano a quella che forse fu la sua ultima fatica che testimonia il rinnovato interesse per la lingua scritta. Fu una preziosa fonte per le dottrine di vari grammatici di età tardoantica.
BENEDETTO DA NORCIA:
In rapporto ai 3 grandi ci sono:
GIORDANE: Riassunto della storia dei Goti di Cassiodoro
DIONIGI IL PICCOLO:
EUGIPPIO:
Per la poesia:
ENNODIO
MASSIMIANO:
Per la prosa
GREGORIO I MAGNO:
- Esaltato come l'ulitmo e più grande degli antichi romani (gens Anicia, come San Benedetto).
- Pose le basi dello Stato pontificio con la teorizzazione sull'opportunità di disporre di mezzi profani da impiegare al servizio della Chiesa.
- Nato a Roma intorno al 540 nel pieno della guerra goto-bizantina, appartenente a famiglia nobile e ricca.
- Fu prefetto di Roma nel 570.
- Alla morte del padre vendette i suoi possedimenti siciliani e fondò nell'isola 6 monasteri. In un 7° a Roma si fece monaco ma senza riuscire a partecipare attivamente alla vita pubblica.
OPERE:
- EPISTOLE (850 lettere) divise in 4 libri, riguarda tutto il periodo del pontificato. Gregorio interviene su questioni teologiche e liturgiche oppure economiche.
La lettera di Gregorio è uno strumento assai abile, che sa sostituire i vecchi precetti della retorica antica con un nuovo stile di grande efficacia.
35 libri dei MORALIA IN IOB: Commento al libro di Giobbe dell'Antico Testamento. Iniziato nel periodo costantinopolitano e completato nel 595. I MORALIA sono dedicati a Leandro di Siviglia, fratello e predecessore di Isidoro. Affrontano i "3 sensi" del testo scritturale: letterale, allegorico e morale. In risalto la potenza della figura di Giobbe, paziente fino alla testardaggine, sublime nella sua costanza contro gli assalti del Maligno.
- OMELIE: i discorsi da lui pronunziati o scritti nei primi anni del pontificato.
- REGULA PASTORALIS: 4 parti, dedicata al vescovo di Ravenna, Giovanni. Gregorio insiste sulla necessità di sconfiggere ambizioni e passioni, di essere vicino a chi soffre ma implacabile con i malvagi. Nella terza parte sono descritti i diversi modi di rivolgersi ai vari soggetti sociali, è una fine galleria di caratteri di uomini e donne, umili e potenti, giovani e vecchi, colti e ignoranti.
- DIALOGHI (o De vita et miraculis patrum Italicorum): Una serie di leggende e di racconti agiografici pieni di storie di angeli, di diavoli e di santi. Composta intorno al 593. Gregorio e il diacono Pietro, amici di infanzia, trascorrono un periodo di ritiro spirituale nel convento romano. Gregorio racconta, Pietro ascolta paziente. Il primo e il terzo libro comprendono miracoli relativi a varie persone non particolarmente note, il 2° è dedicato interamente a Benedetto e alla sua vita prodigiosa. Gregorio ammirava la REGOLA e aveva deciso di fare dei monaci benedettini i suoi personali missionari. Il quarto libro si distingue in parte dai primi 3 perchè ha per argomento la vita dopo la morte e il destino dell'anima umana. I DIALOGHI si inseriscono a perfezione nel progetto gregoriano di estendere il cattolicesimo fra le masse. Grande letteratura consolatoria, in un'epoca in cui c'era davvero bisogno di storie a lieto fine, essi hanno contribuito alla diffusione di un genere letterario ancora giovane e destinato ad un grande avvenire nelle letterature medievali latine e romanze: l'ingenuità delle descrizioni, la chiarezza dell'esposizione e la lingua così vicina al parlato hanno dato ai DIALOGHI un successo che andava ben al di là del ristretto numero di potenziali lettori alfabetizzati, con una tradizione orale capace di estendersi in aree geografiche e sociali altrimenti irraggiungibili.
VI secolo (Scrittori, vita e opere): L'INGHILTERRA E L'IRLANDA
- In Inghilterra si crea l'eptarchia, ovvero 7 stati che ebbero maggior rilevanza rispetto agli altri: la Northumbria, a nord con la città di York, la Mercia al centro, l'Anglia orientale, l'Essex con Londra, il Kent ad est, il Sussex a sud, il Wessex a sud-ovest.
- L'Irlanda fu romanizzata grazie all'evangelizzazione ad opera di Patrizio (è il santo nazionale dell'Irlanda) a metà del V secolo.
- In Irlanda l'organizzazione religiosa si fondava prevalentemente su grossi monasteri, con tanti vescovi e abati che governavano con rigore i loro centri e combattevano una duplice battaglia: una verso i druidi e il paganesimo, l'altra per l'acculturazione e la diffusione del latino.
- La vita monastica irlandese era piuttosto rigida e ascetica, con tremendi esercizi di fede e forme di misticismo esaltato.
GILDA, DETTO IL SAPIENTE
Nasce in Inghilterra. Studia fra il Galles e l'Irlanda. In Bretagna fonda il monastero di Ruis e ne diventa forse abate. Muore nel 570 ca.
Opere:
- LIBER DE PAENITENTIA: è uno dei penitenziari, con indicazione delle diverse espiazioni previste per i vari peccati.
- LORICA: è un inno. È una preghiera attraverso cui l'autore vuole creare una corazza (e di qui il nome) contro i diavoli tentatori, e chiede l'aiuto e la protezione della Trinità per tutte le parti del suo corpo.
- DE EXCIDIO ET CONQUESTU BRITANNIAE ( la distruzione e la conquista): consta di 3 parti
1. Una prefazione
2. Un corpo centrale con la narrazione degli avvenimenti dalla conquista romana fino ai tempi presenti
3. Una epistola moraleggiante sui vizi dei re e dei preti, che si riflettono poi su tutta la popolazione
COLUMCILLE
Nasce in Irlanda nel 521 da famiglia reale; nel 551 è ordinato prete. Fa costruire numerose chiese e monasteri. Si ritira a Iona (isoletta fra l'Irlanda e la Scozia) con 12 suoi discepoli, vi fonda una chiesa e un monastero che ebbero un ruolo fondamentale nell'evangelizzazione della Britannia. Muore a Iona nel 597.
Opere:
- ALTUS PROSATOR: poema assai famoso, costruito in strofe ritmate. Presenta in un breve riassunto tutti i momenti fondamentali della religione e della mitologia cristiana, dalla creazione degli agneli, con la rivolta e caduta di Lucifero, alla creazione del mondo e dell'uomo, fino al giudizio universale.
COLOMBANO
Nasce in Irlanda. Iniziò a peregrinare con 12 compagni. Educato nel famoso di Bangor, si sposta in Borgogna, dove fonda vari monasteri, tra cui quello di Luxeuil. Va in Svizzera e fonda un monastero intotolato al suo discepolo, San Gallo. In Italia fonda nel 612 il suo ultimo monastero, quello di Bobbio, sul versante piacentino dell'Appennino Ligure. Nel 615 muore a Bobbio.
Opere:
- REGOLA MONASTICA e il PENITENZIALE sono di una durezza impressionante: 6 frustate a chi tossisce durante il canto corale, a chi bevendo il vino urta con i denti contro il calice, a chi dimentica di dire "amen" al momento opportuno.
- COMMENTARIO AI SALMI
• 7 lettere indirizzate a papi, monaci, abati.
- CARMEN NAVALE: un canto di marinai che ricorda le fatiche dei naviganti e gli sforzi del loro ingegno contro i pericoli del mare.
- AD FEDOLIUM: scritto in versi adoni. All'amico Fedolio Colombano illustra anche la tecnica compositiva dell'adonio, formato da un dattilo seguito da un trocheo o da uno spondeo. Il contenuto è di carattere morale.
VI secolo (Scrittori, vita e opere): LA FRANCIA
In Francia abbiamo due regni:
1. Quello dei BURGUNDI: sud-est della Francia, Savoia, Borgogna, Svizzera francese; ha per capitale Lione
2. Quello dei FRANCHI
- 438/499: i Franchi, da pagani, passano direttamente alla fede cattolica. Sono l'unico popolo germanico che non passa attraverso la mediazione dell'arianesimo
- 488/511: regno di Clodoveo
- 534: lo stato burgundo è definitivamente incorporato nel regno franco
AVITO
Attivo nel regno dei Burgundi. Nel 450 ca. nasce a Vienne, nel 490 ne diviene vescovo. Muore nel 518.
Opere:
- DE CONSOLARTORIA CARITATIS LAUDE o DE VERGINITATE. è in esametri; illustra i vantaggi della verginità rispetto ai fastidi che la vita coniugale comporta. E' indirizzato alla sorella Fuscina, che aveva deciso di farsi monaca. In quest'opera Avito utilizza Prudenzio, e in particolare la Psicomachia (battaglia dell'anima).
- DE SPIRITALIS HISTORIAE GESTIS: 5 canti in esametri sulla Genesi. In quest'opera la cultura classica è vista come ostacolo alla pratica della fede, e quindi come strumento diabolico per allontanare l'uomo da Dio, mentre la primitività dei suoi istinti sarebbe naturalmente indirizzata al bene.
VENANZIO
Attivo nel regno dei Franchi. Nasce a Valdobbiadene (Treviso) nel 530 ca. A Ravenna studia grammatica, retorica e giurisprudenza, ma non filosofia. Per difficoltà ecnomiche lascia l'Italia e va in Francia. Nel 567 a Poitiers conosce Radegonda, vedova di re Clotario, che si era ritirata nel monastero di Santa Croce a Poitiers appunto, e nel quale aveva fatto badessa una figlia adottiva, Agnese. Partecipa così alla serena vita del monastero. Nel 597 è vescovo di Poitiers. Muore nel 600.
Opere:
- VITA RADEGUNDIS: scritta per onorare la sua benefattrice
- VITA MARTINI: in 4 libri di esametri, scritta per Radegonda e Agnese, ma inviata anche a Gregorio di Tours
- INNI: alcuni dei quali ebbero fortuna nella liturgia:
• Pange lingua gloriosi proelium ceraminis
• Vexilla regis prodeunt
Venanzio è uno degli autori più apprezzati e imitati in tutto il medioevo.
CESARIO DI ARLES
Nasce nel 469-470 in Francia. Si fa monaco nel monastero di Lerino. Ad Arles studia alla scuola di Giuliano Pomerio. Nel 502 diventa vescovo di Arles. E' nominato, nel 514, primate di tutta la Gallia da papa Simmaco. Convoca numerosi concili su questioni teologiche, liturgiche e pratiche.
Opere:
- Trattati teologi contro gli ariani e i pelagiani
- Un commento dell'Apocalisse
- SERMONI: sono prediche tenute con successo ai fedeli e inviate per iscritto ai suoi corrispondenti in tutto l'occidente europeo. Sono 238 orazioni. Lo stile dei SERMONI è agostiniano (frasi brevi, uso di forme retoriche), destinati al popolo, hanno il popolo per oggetto, le sue passioni, le sue consuetudini di vita, e sono perciò una fonte di storica importante
GREGORIO DI TOURS
Nel 538 ca. nasce a Clermont-Ferrand, da una delle più illustri famiglie romane della città. Viene nominato vescovo di Tours nel 573. Muore nel 594.
Opere:
- HISTORIA FRANCORUM: in 10 libri , da Adamo fino al 591. Qui la storia si presenta come costante confilitto tra il bene (presente in terra attraverso l'organizzazione della Chiesa) e il male che si mostra nei vizi di molti potenti, nella loro bramosia di ricchezze e di sangue. Accanto ai grandi, la storia di Gregorio non trascura però personaggi più modesti, e fatti che uno storico antico avrebbe certamente escluso dalla propria opera. Questo perchè l'orizzonte storico e politico di Gregorio si è ristretto, rispetto a quello degli scrittori di un tempo, e per lui esiste quasi solo la Francia, e in particolare il territorio di Tours.
VI secolo (Scrittori, vita e opere) LA PENISOLA IBERICA
- A metà del VI secolo la penisola iberica era divisa in 4 parti:
1. Gli Svevi in Galizia
2. I Baschi nei loro tradizionali territori, a nord-est
3. I Bizantini a sud-ovest, in Andalusia e lungo le coste del Mediterraneo
4. I Visigoti nel resto del Paese
- 629: tutta la Spagna è riunita nelle mani dei Visigoti.
- Con re Recaredo I (586-601) i Visigoti si convertono al cattolicesimo
MARTINO DI BRAGA
Nasce in Pannonia nel 515 ca. Fonda un monastero in Galizia e vi diventa abate. Avvia la conversione degli Svevi al cattolicesimo. Fu monaco prima di Dumia e poi di Braga. Muore nel 580.
Opere
- DE IRA: rielabora e ricuce estratti del filosofo Seneca
- FORMULA VITAE HONESTAE
- PRO REPELLENDA
- DE SUPERBIA
- EXHORTATIO HUMILITATIS
- DE CORRECTIONE RUSTICORUM: sulla scia di Agostino e di Cesario di Arles, Martino condanna le sopravvivenze degli antichi culti pagani, ma per condannarle deve descriverle, e ci fornisce così un prezioso quadro delle consuetudini religiose popolari.
PASCASIO: discepolo di Martino di Braga, fu monaco a Dumio, tradusse i VERBA SENIORUM
Sono da ricordare:
- Apringio di Beja: commenta l'Apocalisse
- Giusto di Urgel: commenta il Cantico dei Cantici
LEANDRO DI SIVIGLIA
- Fratello e predecessore di Isidoro nella carica vescovile, ispiratore della conversione dei Visigoti al cattolicesimo, autore di opere antiariane.
- papa Gregorio Magno gli dedica i suoi MORALIA
VI secolo (Scrittori, vita e opere) L'AFRICA
Il fondatore del regno dei Vandali fu Genserico.
POESIA
Fanno parte del'Anthologia Latina:
1. FLORENTINO
2. FLAVIO FELICE
3. MAVORZIO
4. CORONATO
5. LUSSORIO
6. SINFOSIO
DRACONZIO:
- Tragedia di Oreste
- Romulea
In queste due opere di carattere non cristiano è notevole la presenza della SCUOLA, il processo ad Oreste risente delle esperienze dell'uomo di tribunale che sapeva come far assolvere gli imputati.
- Medea
- Hylas
- De raptu Helenae
Al momento cristiano appartengono invece:
- SATISFACTIO: distici elegiaci, fu indirizzata Guntamondo, come richiesta di perdono per le colpe commesse, e nello stesso tempo come espiazione: di qui il titolo, che sottolinea l'intento del poeta di umiliarsi ma anche di risarcire il re scrivendo finalmente l'elogio che fino a quel momento non gli aveva dedicato. Il poeta ricorda famosi episodi biblici in cui la bontà divina convinse i potenti ad usare la pietà. La Satisfactio ci interessa soprattutto per questo tentativo di usare la cultura, la capacità tecnica di scrivere versi, come merce di scambio presso il re.
- De LAUDIBUS DEI: più famosa e impegnativa della Satisfactio, l'opera consta di tre libri di esametri, che si propongono di cantare la benevolenza di dio verso gli uomini, la sua pietas, per suscitare in questo modo la pietà del re. Il primo libro, che ebbe un titola a parte - non dovuto a Draconzio -, Hexaemeron, e come la Satisfactio fu rielaborato da Eugenio di Toledo in una nuova stesura, narra la creazione del mondo suddivisa in sei giornate, dal fiat lux al peccato e alla condanna di Adamo. Il poeta volle che in tutti e dieci gli esametri il sostantivo LUX ritornasse, non solo come martellante e marcata anafora iniziale, alla metà del verso, con un intreccio di echi e ripetizioni che dà vita ad un pezzo che può essere preso a modello della tecnica versificatoria tardoantica: descrizioni eleganti, soprattutto quella del paradiso terrestre, in cui Draconzio segue tutte le indicazioni della retorica per la trattazione del tema del locus amoenus. Il secondo libro (il più lungo) affronta il problema cristologico, vengono ripercorse rapidamente le vicende del mondo dal diluvio all'incarnazione per soffermarsi sulla vicenda terrena del Cristo e sui suoi insegnamenti. Il terzo libro è il più strano e difficile da interpretare: per singoli temi vengono accostati e messi a confronto i personaggi dell'Antico e Nuovo Testamentoe quelli dell'antica storia.
CORIPPO:
Si è nel pieno della dominazione Bizantina, nato nei primi anni del VI secolo, ebbe modo di conoscere di persona gli avvenimenti che riportarono l'Africa nell'impero.
-IOHANNIS o De bellis libycis: composto sulla falsariga dell'Eneide: "Giovanni è pius come Enea e la sua missione storica è paragonabile a quella dell'eroe troiano. Per il poeta tutte le virtù e le ragioni sono dalla parte dei Romani, coraggiosi pietosi religiosi, mentre i Berberi, rappresentano col loro "furor" un antagonista tutto negativo, violento spietato incivile. Le divinità mitologiche, il cui ruolo era assai importante per lo svolgimento della trama epica classica, vengono sostituite dal dio cristiano e dalla Trinità, ma per evitare la monotonia che questa innovazione potrebbe comportare all'unico dio viene affiancata una serie di personificazioni di virtù, la Vigilanza, la Sapienza, la Pietà, la Giustizia, la Concordia e così via.
- IN LAUDEM IUSTINI AUGUSTI MINORIS: 4 libri, incompleto. Precenduto, come in IOHANNIS, da una prefazione e da un Panegyricus in laudem Anastasii quaestoris. Nella prefazione Corippo implora l'imperatore perchè soccorra la sua vecchiaia e la sua povertà; la stessa tematica delle dsgrazie che lo affliggono ritorna nella laus Anastasii, insieme con il racconto delle nuove difficoltà dell'Africa. Il poema vero e proprio risulta diviso abbastanza nettamente in tre parti: i primi tre libri sono tutti dedicati ai primi otto giorni dell'impero di Giustino, dalla morte di Giustiniano all'invio dell'ambasciata degli Àvari. Nel quarto libro si racconta il consolato di Giustino (566) e si descrivono minuziosamente le cerimonie che accompagnarono l'assunzione della carica. Inutile dire che anche in quest'opera Corippo è una fonte di prim'ordine. Il gusto del particolare e la capacità di ricreare l'atmosfera dell'ufficialità bizantina ci consentono di rivivere una realtà fortemente simolica e rarefatta. L'altra novità dell'In laudem Iustini è legata al cambiamento ideologico che il nuovo imperatore introdusse dopo la morte di Giustiniano. Giustino invece punta su una visione mistica del potere, in cui l'equilibrio fra cristianesimo e romanità era fortemente alterato a vantaggio del primo. A 50 anni di distanza l'uno dall'altro, Draconzio e Corippo rappresentano l'élite culturale romana dell'Africa, e testimoniano la notevole continuità della sua formazione scolastica e delle sue espressioni poetiche. La denominazione vandalica non seppe interrompere una fiorente tradizione che continuò per tutto il secolo, l'Africa sa sviluppare una sua poetica che comprende l'epos di grandi dimensioni.
PROSA:
Le contrapposizioni di carattere religioso che afflissero l'Africa nel V e nel VI secolo spiegano ampiamente la vasta prodzione di opere teologiche, prima per difentere l'ortodossia contro l'arianesimo dei Vandali, poi nella complessa controversia dei Tre Capitoli, in cui i cristiani d'Africa si trovarono prevalentemente su posizioni opposte a quelle di Giustiniano.
FULGENZIO:
Vescovo di Ruspe nella Bizacena, nacque a Telepta intorno al 468 e morì nel 532. Le notizie su di lui ci sono conservate prevaletemente alla biografia scritta da un suo allievo, il diacono Fulgenzio Ferrando, e riguardano la nobiltà delle sue origini, la sua cultura, che comprendeva anche un'aprofondita conoscenza della lingua e della leteratura greca, la carriera pubblica negli anni giovanili, quindi la conversione che lo fece monaco e poi abate. Viaggiò molto, in Sicilia, a Roma, dove nel 500 incontrò Teodorico; tornato in Africa divenne vescovo nel 507 e si trovò subito ad affrontare le persecuzioni di Trasamondo, che lo esiliò in Sardegna nel 508. A Cagliari fondò un monastero. L'ascesa al trono di Ilderico, nel 523, gli consentì di tornare in Africa.
Scrisse numerosi libri di argomento antiariano. Tra le opere più famose si possono ricordare il libro Contra Arianos e i tre libri Ad Trasimundum regem Vandalorum, i sette libri, perduti, contro Fausto di Riez, accusato di semipelagianesimo, un De Trinitate e trattati sulla vedovanza, sulla verginità e sui doveri dei coniugi. Vi è in tutti un continuo riferimento dottrinale ad Agostino.
Si è a lungo discusso, e si discute ancora, se a Fulgenzio di Ruspe vadano attribuite alcune opere che la tradizione ha conservato sotto il nome di Fabio Planciade Fulgenzio, e che potrebbero costituire la produzione giovanile del futuro vescovo. Fabio Planciade Fulgenzio era comunque certamente un africano, conoscitore della lingua libica, cristiano; di lui ci restano quattro opere: i Mytologiarum libri tres, l'Exopisitio Vergilianae continentiae, il De aetatibus mundi et hominis(che i codici attribuisco ad un Fabio Claudio Gordiano Fulgenzio, complicando ulteriormente il rapporto fra Planciade Fulgenzio e il vescovo di Ruspe) e l'Expositio sermonum antiquorum.
Nei libri sulla mitologia Fulgenzio in un lungo dialogo con Calliope (altri personaggi sono Urania e la Filosofia) cerca le motivazioni «scientifiche» che sottostanno ai racconti della religione pagana, per ricavare dal simbolo le verità che da esso sono ricoperte e nascoste, e renderle accessibili al cristiano.
L'Expositio Vergilianae continentiae secundum philosophos morales è anch'essa un dialogo, stavolta tra Virgilio e l'autore, homunculus; il poeta illustra a Fulgenzio le allegorie riposte sotto i versi dell'Eneide, e una possibile lettura dell'epos in chiave morale.
Il De aetatibus mundi et hominis comincia col peccato originale e segue fino al nono capitolo la falsariga dell'Antico Testamento, nel decimo parla di Alessandro Magno, nell'undicesimo della storia romana fino alla fine della repubblica, nel dodicesimo e nel tredicesimo di Cristo e degi Apostoli, nel quattordicesimo degli imperatori; l'opera è incompleta, perchè il piano originario comprendeva 23 capitoli, scritti con la curiosa particolarità tecnica che ogni capitolo doveva evitare una lettera dell'alfabeto (la A è assente nel primo capitolo, la B nel secondo e così via).
L'Expositio sermorum antiquorum infine, illustra il significato di 76 parole in 62 lemmi con una serie di citazioni di vari autori perchè a volte esse danno l'impressione di essere state inventate di sana pianta.
L'insieme di queste 4 opere è significativo di una fase di passaggio dall'antichità al medioevo: le nuove proposte di interpretazione e di uso dei classici, la nuova collocazione dell'edificio mitologico, la nuova valutazione della storia in chiave salvifica si uniscono ad una lingua ricercata ed efficace, ma lontanisssima dalle consuetudini vigenti fino a pochi decenni prima.
PRISCIANO:
E' l'indiscusso protagonista del mondo dell'istruzione tra la fine del V secolo e l'inizio del VI, Prisciano di Cesarea nella Mauritania, professore di latino a Costantinopoli. Oltre che con la corte imperiale tenne rapporti con gli ambienti dei senatori italiani, tra cui Simmaco e il console Giuliano.
- ISTITUTIO DE ARTE GRAMMATICA: è la sua opera fondamentale, in 18 libri, di cui 16 dedicati alla morfologia e due alla sintassi, che rimasero a fondamento di tutte le successive elaborazioni. Oltre che in questo grande manuale, Prisciano espose le sue teorie linguistiche in altre opere di minori dimensioni, i Praeexercitamina, l'Institutio de nomine, pronomine et verbo, il Liber de accentibus, mentre di argomento metrico è il De metris fabularum Terentii, e le Partitiones duodecim versuum Aeneidos principalium commentano parola per parola, con minuziosa puntualità, i primi dodici versi dell'Eneide. A parte va ricordato il De figuris numeroru, con notizie sulla terminolgia numerale, sulle monete e sui pesi.
Figure di grande livello come Fulgenzio e Prisciano dimostrano il buon livello culturale dlel'Africa di nord-ovest nel V e VI secolo: il passaggio sotto il dominio di Bisanzio e soprattutto la successiva conquista araba interromperanno violentemente l'evoluzione di questa area di cultura latina, e comporteranno il definitivo spostamento verso Nord del baricentro economico e culturale d'Europa.
VII secolo: INTRODUZIONE + ITALIA
VII secolo: "Il secolo di ferro"
- È il periodo più duro dell'alto medioevo.
- I centri urbani decadono perchè il proprietario medievale tende a fissare la propria residenza nella sua tenuta di campagna.
- Il commercio scompare quasi del tutto.
- Emergono la penisola iberica e le isole britanniche mentre le altre aree (Italia, Francia, Africa del Nord) sono fra le più depresse
L'Italia è divisa in due parti:
1. Uno stato longobardo
2. Un territorio bizantino
- La presenza bizantina in Italia non stimola una significativa letteratura in lingua latina
- Per lo stato longobardo:
• 603: conversione al cattolicesimo
• 643: re Rotari cura la pubblicazione di un Editto con le norme di diritto penale e civile che regolavano la società longobarda
- Il VII sec. è il secolo del passaggio dall'impero centralizzato romano a quello feudale germanico.
Opere:
- ORIGO GENTIS LONGOBARDORUM: breve cronaca sull'origine del popolo longobardo. A essa si rifà Paolo Diacono per la sua HISTORIA LONGOBARDORUM
VII secolo: LA PENISOLA IBERICA
- Il regno visigotico conosce, nel VII secolo, il più alto livello di civiltà e di cultura
- 711: con l’espansione dell’Islam lo stato visigotico si dissolve rapidamente
- 713: i califfi sono proclamati signori nella capitale di Toledo
ISIDORO DI SIVIGLIA
Nasce nel 570 a Siviglia. Dopo la morte del fratello (Leandro), nel 600, diventa vescovo di Siviglia. È un continuatore di Cassiodoro: individua nei Goti i fondatori del nuovo stato nazionale. I Romani, quelli dell’impero d’Oriente, sono i veri nemici contro i quali è giusto combattere.
Opere:
- DE VIRIS ILLUSTRIBUS
- CHRONICA
- HISTORIA GOTHORUM, VANDALORUM, SUEBORUM
- ORIGINES o ETYMOLOGIAE, in 20 libri. Isidoro cerca, attraverso l'etimologia delle parole, di risalire alle radici, alla verità originaria, e nello stesso tempo di conservare e diffondere conoscenze e tecnologie che altrimenti si sarebbero perdute. La storia della parola è ricostruita spesso in maniera fantasiosa e scorretta. Quest'opera mira a fornire un dizionario e quasi una grammatica di tutto il sapere, secondo un progetto sistematico non molto diverso da quello che animerà tutte le future enciclopedie.
- SYNONIMORUM LIBRI DUO o DE LAMENTATIONE ANIMAE PECCATRICIS: è un'opera sui sinonimi. Isidoro dimostra come lo studio della lingua e la sua conoscenza siano una guida sicura e quasi indispensabile per il perfezionamento morale dell'uomo.
RE SISEBUTO
- CARMEN DE LUNA: è una composizione in esametri di buona fattura. È dedicato a Isidoro di Siviglia
VII secolo: LA FRANCIA
- Vi è il passaggio dalla dinastia dei Merovingi a quella degli Arnolfingi-Pipinidi-Carolingi
- Il primo re della nuova dinastia è Pipino II
- Il commercio decade, le città si spopolano, diminuisce la circolazione di denaro
- La cultura si conserva nei monasteri, quelli fondati dai monaci irlandesi e sempre più numerosi man mano che aumentava il loro benessere
- A tutti i monasteri è imposta la regola di S. Benedetto: ne consegue la generale introduzione di uno spirito che contempera le esigenze concrete con quelle dell'evangelizzazione e della conservazione del sapere
TEODOFRIDO DI CORBIE (per la poesia)
VIRGILIO GRAMMATICO e PSEUDO FREDAGARIO (per la prosa)
VII secolo: L'INGHILTERRA e L'IRLANDA
- Wilfrid, al sinodo di Whitby del 664, riesce a staccare tutta l'Inghilterra cristiana dall'influsso del monastero di Iona
ADAMNANO
Monaco a Iona, ne diventa l'abate. Muore nel 704
Opere:
- DE LOCIS SANCTIS: con le descrizioni di Costantinopoli, di Alessandria e della Palastina riprese dal racconto del vescovo gallo-romano Arculfo.
- VITA COLUMBE: biografia di Culumcille, il fondatore di Iona
HISPERICA FAMINA
Sono 14 composizioni per un totale di 612 versi, che descrivono cose o situazioni della vita. Forse sono opera di un monaco. Mescolano neoformazioni latine, grecismi, termini ricavati dai glossari, parole del tutto inventate, vocaboli semitici, vocaboli celtici in un pastiche linguistico ai limiti della comprensibilità.
ALDELMO
Inglese, nasce nel Wessex nel 640 ca. da famiglia regale. Diventa monaco nel monastero di Malmesbury, dove viene ordinato sacertote e poi abate dello stesso monastero. È nominato vescovo della diocesi di Sherborne (sarà in seguito Salisbury)
Opere:
- DE VERGINITATE: è un trattato, consta di una parte in prosa seguita da un poema in poco meno di 3000 esametri. I modelli proposti sono tratti dalla Bibbia e dalle storie dei martiri.
- EPISTOLA AD ACIRCIUM: col nome di "Acircio dell'aquilone" è indicato i re di Northumbria, Aelfrid, al quale l'opera fu inviata. E' un manuale di prosodia e metrica con una parte sul genere letterario degli enigmi che costituisce lo scritto di maggior interesse.
Beda considera Aldelmo il I classico della letteratura inglese.
VIII secolo: INTRODUZIONE + ITALIA+ FRANCIA+ INGHILTERRA e IRLANDA
ITALIA
- Si assiste a una riorganizzazione delle strutture statali, che culmina nella fondazione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno.
- La fusione tra romani e germani si completa in quasi tutte le zone dell'Occidente
- Alla fine dell'VIII secolo si avvia una fioritura della produzione letteraria quantitativamente e qualitativamente impressionante.
- 773: il regno longobardo cessa di esistere, e le terre dell'Italia del Nord passano ai Franchi di Carlo Magno
- Agricoltura e commercio aumentano soprattutto nell'Italia settentrionale
FRANCIA
- Il potere centrale riafferma il suo ruolo sconfingendo i tentativi separatisti di alcuni duchi ribelli
- La ripresa culturale che caraterizza gli anni di Carlo Magno è in parte frutto delle sue scelte politiche, ma soprattutto di intellettuali longobardi e di monaci britannici.
INGHILTERRA e IRLANDA
- C'è in inghilterra una produzione letteraria che non conosce confronti in tutta l'Europa contemporanea
- A quest'epoca risale il Beowulf, il famoso poema con un racconta a base storica
BEDA IL VENERABILE
- 672/673: nasce in Inghilterra, vicino al Vallo di Adriano
- è istruito nei monasteri di Wearmouth e Jarrow
- è nominato diacono e poi prete
- vive a Jarrow fino alla morte nel 735
Opere:
- DE DIE INDICII: carme sul giudizio universale
- DE VERGINITATE: è un abbecedario
- DE NATURA RERUM: opera di carattere scientifico-didascalico, nella quale si fa riferimento a Plinio, a Isidoro e alle sue fonti.
- DE RATIONE TEMPORUM: in quest'opera alle 6 età del mondo ormai canoniche nella tradizione da Agostino a Isidoro, Beda ne aggiunge altre 2: il sabato eterno e la resurrezione dei santi, che legano la storia terrena all'escatologia cristiana.
- DE ORTOGRAPHIA: viene ripresa poi da Alcuino nel suo De Ortographia con pochi cambiamenti. L'opera di Alcuino definisce con la maggiore autorità la teoria ortografica del medioevo.
- HISTORIA ECCLESIASTICA GENTIS ANGLORUM: è un'opera storiografica in 5 libri. Comprende una breve descrizione geografica della Britannia, un sunto di storia dell'isola da Cesare a papa Gregorio (con Gregorio Magno, in Britannia il cristianesimo romano si sostituisce a quello celtico). In quest'opera cultura classica, mediolatina e anglosassone si mescolano senza inopportune gerarchie.
- HISTORIA ABBATUM: è la storia degli abati dei monasteri di Wearmouth e Jarrow
BONIFACIO
- Nasce nel 672/680 in Inghilterra, nel Devon
- Il suo nome è Wynfrith
- Studia in un monastero presso Winchester
- 716: intraprende un viaggio missionario in Frisia, ad est della foce del Reno. La spedizione però non ha successo
- Va a Roma, dove papa Gregorio II lo incarica di portare il cristianesimo fra le popolazioni germaniche
- È l'evangelizzatore della Baviera, della Turingia e della Frisia
- 722: è nominato vescovo
- 732: è nominato arcivescovo
- 741: è nominato coordinatore generale e supervisore di tutta la chiesa franca
- 744: crea il monastero di Fulda, a nord-est di Magonza
- 05 giugno 754: lui e i suoi compagni, in missione evangelizzatrice in Frisia, vengono trucidati dai Frisoni a Doccinga (nel nord dell'Olanda)
- Il suo corpo è sepolto a Fulda
- A lui si deve il progressivo inserimento di tutto il mondo germanico nell'area della cultura occidentale, e quindi del latino
Opere:
- la sua produzione letteraria risale in parte al periodo inglese, quando poteva disporre meglio del suo tempo e non era sommerso dagli impegni dell'evangelizzazione
• LETTERE: scritte nel difficile latino isperico
• AENIGMATA BONIFATII o DE VIRTUTIBUS ET VITIIS: sono centinaia di esametri acrostici dedicati alle virtù e ai vizi sottoforma di una ventina di indovinelli.
• Le prime lettere dei versi, lette di seguito, danno il nome della virtù o del vizio di cui si sta parlando, e quindi la soluzione dell'indovinello.
(Appunti tratti da: "Letteratura latina tardoantica e altomedievale" di Giovanni Polara - Ed. Jouvence)
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