In principio fu lei, poi vennero tutte le altre: Anne Barbe Nicole Ponsardin, soprannominata la « grande dame de la Champagne », fu la prima donna d'affari e la prima donna a condurre un'azienda di Champagne. Il mio primissimo interesse per questo personaggio avvenne durante una visita alla famosa maison Clicquot-Ponsardin (in occasione di un viaggio-premio del concorso, organizzato annualmente dal centro Champagne con sede a Milano, C.I.V.C, vinto da una classe dell'I.I.S. "Giolitti" di Torino). Mentre la guida introduceva la storia del marchio parlando della vita di questa imperiosa signora, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal ritratto maestoso che campeggiava nell'atrio. Ci veniva rappresentata, in maniera molto affascinante, la vita di una donna decisa, forte, coraggiosa, creativa, . Non era stato detto tutto...C'era dell'altro? Ci venivano taciuti particolari più sordidi e indicibili? Gli occhi attraverso il dipinto ci comunicavano di più, e anche i boccoli...Quel quadro nascondeva qualcosa, e intendevo scoprirlo. Così mi ripromisi di indagare e scrivere un articolo prima o poi. Si trattava di una storia alla "Mammina cara", ante-litteram. Allo stesso modo in cui Joan Crawford aveva dato il benservito da viva e da morta ai propri figli (in quel caso adottivi), così pure aveva fatto, un secolo prima, la "Grande dame": decise che la figlia non sarebbe stata in grado di portare avanti l'impero economico il quale venne ceduto di conseguenza ad un compratore estraneo alla famiglia. Sistema la figlia, Clémentine, che di certo non muore di fame, (così come certamente non moriranno di fame sua nipote, Marie-Clémentine de Chevigné, e la sua pronipote Marie Adrienne Anne Clémentine de Rochechouart de Mortemart tutte accasate con conti o duchi), ma di fatto la esclude dall'azienda di famiglia perchè capisce che l'erede diretta non ha la stoffa, il carattere, il nerbo necessari a dirigere una grande casa vinicola. Non deve essere stata molto dolce questa madre, anzi lo sguardo arcigno è quello ad una donna dal piglio deciso, maniere brusche e comportamento severo. La Queen Victoria dello Champagne insomma. Rimane vedova all'età di 28 anni, il 23 ottobre 1805, con in mano una fabbrica creata 33 anni prima, nel 1772, che produce 100 mila bottiglie l'anno. Prende le redini della ditta del marito, molto modesta agli inizi, a dire la verità, grazie ad una forza di carattere e ad un notevole senso degli affari poco comuni a quell'epoca per una donna , fino alla sua morte avvenuta il 29 luglio 1866. Rivoluzionò il mondo dello champagne inventando la tavola da "remuage" (le "pupitres"), nel 1816, la quale permise di ottenere vini più chiari, netti e limpidi. Il suo motto era: "Una sola qualità, la migliore". Ogni notte si alzava, con la lanterna in mano, e visitava amorevolmente il suo vino. Esiste un disegno che la ritrae come una Florence Nightingale della cantina!
Poco a poco riuscì ad accaparrarsi vigneti in appezzamenti di terreno considerati i migliori "crus": Bouzy, Verzy, Verzenay nella montagna di Reims; Avize e Mesnil-sur-Oger nella Côte des Blancs, raggiungendo uno speciale patrimonio viticolo di 515 ettari.
Tenacia, fiuto degli affari e grande intuizione: nel 1814 spedisce una bella confezioncina (10000 bottiglie) d'assaggio a San Pietroburgo, gli zar gradiscono e, immagino, anche tutto lo stuolo di nobili al seguito. Era già capitato che all'indomani della sconfitta di Napoleone a Waterloo, quando i Russi occuparono la Francia e la Champagne, così come avevano fatto un po' tutte le armate d'Europa, per non far saccheggiare le migliori riserve, la vedova avesse lasciato di proposito aperto le cantine per i cosacchi pronunciando la frase che diverrà famosa e che riassume tutta la sua strategia: « Aujourd'hui, ils boivent. Demain, ils payeront ». (Intendendo: "oggi bevono gratis, domani pagheranno di più"). Il successo arriva anche grazie all'arguzia del venditore, Louis Bohne, che dalla Russia scrive a Madame :"La zarina è incinta. Se nascerà un erede maschio, in tutta la Russia si berrà champagne a galloni. Non ne fate parola, o i nostri concorrenti saranno qui da un momento all'altro". Il vino conosciuto nella Champagne fin dai tempi dei Romani che vi importarono la vite, varca i confini della ristretta zona attorno alle città-epicentro di Reims, Epernay e Aÿ proprio dopo il passaggio di una cometa nel 1811, a cui si attribuisce l'eccezionale qualità dei vini (che furono all'occasione chiamati "Vins de la comete") provenienti da quell'annata. E la Russia, ça va sans dire, diventa una delle nazioni più importanti per il consumo di champagne della "vedova". Il resto lo si può immaginare.
Edouard Werlé succederà a M.me Clicquot-Ponsardin nel 1841 che lascia ufficialmente gli affari a 64 anni, ma continuerà a interessarsi alle sorti della Maison fino alla sua morte avvenuta a 89 anni. Ella riposa nel cimitero di Reims e, sebbene io sia stato già 4 volte a Reims, non ho avuto ancora la possibilità di far visita alla sua tomba. Mancanza che mi riprometto di colmare col prossimo viaggio.
Intanto lei continua ad ammonirci attraverso la sua effigie impressa sulla capsula con quel ciglio inarcato e austero che sembra dirci "bevete con moderazione" ogni qualvolta stappiamo una bottiglia di "carte jaune" che rimane sempre e forse, soprattutto per questi retroscena romantici attorno alla vita di una delle più grandi donne della storia, il mio champagne preferito.
- http://it.wikipedia.org/wiki/Champagne
- http://www.maisons-champagne.com/traduction/italien/limach_it.htm
- http://www.champagne.it/
- http://www.veuve-clicquot.com/
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